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nanoLinux, anche quando è organizzato in forma di CD o di DVD, è in grado di fornire diversi servizi, sia localmente, sia attraverso la rete. Questo, naturalmente, rallenta l'avvio del sistema operativo, ma consente di avere un sistema GNU/Linux molto vicino alla «normalità».
I file di configurazione di Bind, per la risoluzione dei nomi, sono collocati tutti nella directory /etc/bind/
e le zone di competenza, nell'impostazione iniziale, si riferiscono all'indirizzo 127.0.0.1 e, a scopo didattico, anche ad alcuni indirizzi IPv4 privati.
Per evitare inconvenienti quando non si vuole gestire un sistema di nomi per la rete locale, la risoluzione inversa (da indirizzi numerici a nomi) degli esempi è disabilitata. Per abilitarla occorre togliere i commenti dalle direttive relative nel file |
Il nome nanohost
viene indicato nel file /etc/hosts
, come sinonimo di localhost
, per garantire il funzionamento di alcuni programmi (si veda il capitolo 188 a proposito della configurazione di un servizio DNS con Bind).
Il file /etc/resolv.conf
è configurato in modo da interrogare l'elaboratore locale, ma appaiono anche altri indirizzi di serventi DNS di fornitori ben conosciuti, che potrebbero tornare utili in caso di emergenza, o anche solo per conoscenza. Il file /etc/resolv.conf
può essere modificato anche durante il funzionamento da CD o da DVD, cosa che può servire se si vuole provare a scavalcare il DNS locale, mettendo al primo posto altri indirizzi.
nanoLinux dispone di un cliente DHCP che viene usato in modo predefinito per la configurazione della rete locale.
nanoLinux utilizza diverse «opzioni» DHCP per la propria configurazione, secondo lo schema della tabella seguente. Si osservi comunque che le direttive utilizzate sono più di quelle descritte qui.
La configurazione automatica (tramite nanorc) del servizio DHCP cambia leggermente se è disponibile il sistema LTSP, che consente la connessione attraverso terminali grafici remoti.
È anche da osservare il fatto che il servizio DHCP viene fornito solo per l'interfaccia di rete che risulta essere "interna"; tuttavia, dal momento che si creano delle complicazioni quando si utilizza un elaboratore con una sola interfaccia, che però opera con più indirizzi, l'avvio del servizio viene gestito all'interno dello script /etc/init.d/network
. Per questo, lo script /etc/init.d/dhcpd3-server
non è in grado di avviare o di riavviare il servizio, ma solo di fermarlo.
nanoLinux IV dispone di un servente TFTP per la condivisione della directory /tftpboot/
, che può servire per LTSP.
È disponibile il servente HTTP Mathopd. Allo scopo di semplificare il lavoro, si possono eseguire i programmi CGI se il nome del file corrispondente ha un'estensione del tipo .cgi
, .pl
o .sh
.
Quando nanoLinux viene avviato da CD o da DVD, viene creato collegamento simbolico che punta a /mnt/
: si tratta precisamente del collegamento /var/www/mnt
. In questo modo, per esempio, diventa possibile accedere al disco innestato nella directory /mnt/fd0
con l'indirizzo http://nodo/mnt/fd0
. Tuttavia, si osservi che il servente HTTP non genera automaticamente l'indice di contenuti, pertanto occorre sapere cosa cercare il quella collocazione, oppure ci deve essere un indice corrispondente al file index.html
.
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxxix dedicata alla gestione di un servizio HTTP.
Assieme a Mathopd si trovano anche Webalizer e ht://Dig, rispettivamente per l'analisi statistica degli accessi e per l'indicizzazione dei dati (ovviamente solo a fini didattici).(1) A proposito dell'analisi degli accessi a un servizio HTTP, si può consultare il capitolo 244, mentre per l'indicizzazione dei dati si può leggere il capitolo 243.
Si ricorda che per aggiornare le statistiche, che appaiono a partire dall'indirizzo http://localhost/webalizer/
, basta avviare l'eseguibile webalizer senza argomenti:
#
webalizer
[Invio]
Inoltre, per aggiornare gli indici, è necessario avviare rundig con le opzioni -a e -i:
#
rundig -a -i
[Invio]
È disponibile anche l'interprete PHP e i file con estensione .php
, .phtml
o .pht
vengono trattati attraverso questo sistema.
nanoLinux include un servizio proxy HTTP, costituito da OOPS, che può essere usato come acceleratore HTTP e anche come proxy trasparente. In generale, OOPS si avvia automaticamente solo quando nanoLinux è stato installato, altrimenti dal CD o dal DVD è possibile avviare il servizio (evidentemente per motivi didattici) attraverso il comando seguente:
#
/etc/init.d/oops start
[Invio]
La sua configurazione predefinita prevede l'ascolto presso la porta 8 080; inoltre si fa a meno di usare file su disco per conservare le pagine e le altre risorse già visitate. Il funzionamento di un proxy HTTP e di OOPS in particolare è descritto nel capitolo 250.
La configurazione di OOPS viene ripristinata dallo script /etc/init.d/rc.nano
, a ogni avvio del sistema, da una copia di sicurezza del file. Ciò permette di non perdere inavvertitamente la configurazione standard quando si aggiorna OOPS; naturalmente, se nanoLinux è stato installato nel disco fisso, occorre ricordarsi di fare le modifiche alla configurazione anche nel file /etc/oops/oops.cfg.nanoLinux
.
Si osservi che la configurazione di OOPS predisposta per nanoLinux prevede la presenza di direttive che censurano l'accesso a indirizzi che contengono alcune stringhe chiave. Questo fatto ha solamente un significato dimostrativo sul funzionamento di un servizio Proxy.
Se anche si vuole lasciare invariata la configurazione delle politiche di limitazione degli accessi a siti, quando si installa nanoLinux, è necessario rivedere le direttive di utilizzo della memoria. Per un funzionamento ragionevole di OOPS, le direttive mem_max e maxresident vanno portate almeno ai valori seguenti:
|
È disponibile un servente FTP OpenBSD FTP, che consente l'accesso sia come utente anonimo, sia come utente comune. La directory per il servizio di FTP anonimo si articola a partire da /var/ftp/
.
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxxvii dedicata alla gestione di un servizio FTP.
È possibile modificare facilmente la configurazione del registro di sistema allo scopo di inviare una copia di ciò che accade presso un elaboratore unico. Invece di modificare direttamente il file /etc/syslog.conf
, si può intervenire direttamente con il comando seguente:
#
nanorc log-server config
[Invio]
|
Supponendo di voler inviare una copia all'elaboratore 192.168.1.254:
192.168.1.254
<OK
>
I file del registro di sistema e altri file analoghi contenuti a partire dalla directory /var/log/
, sono accessibili a tutti gli utenti, soprattutto per motivi didattici. È possibile accedere al contenuto di questi registri anche attraverso un programma CGI, che consente l'accesso da parte di utenti di reti private (127.0.0.0/255.0.0.0, 10.0.0.0/255.0.0.0, 172.16.0.0/255.240.0.0 e 192.168.0.0/255.255.0.0): http://nodo/cgi-bin/var_log
.
Se si accede all'indirizzo http://nodo/cgi-bin/var_log
si ottiene la lista del contenuto della directory /var/log/
dell'elaboratore corrispondente al nome o all'indirizzo indicato (il «nodo»); se si aggiunge la stringa ?percorso
, si intende visualizzare il contenuto del percorso /var/log/percorso
. Per esempio, per visualizzare il contenuto del file /var/log/syslog
, si deve usare l'indirizzo http://nodo/cgi-bin/var_log?syslog
, mentre per leggere il contenuto del file /var/log/oops/access.log
, si deve usare l'indirizzo http://nodo/cgi-bin/var_log?oops/access.log
.
L'accessibilità a questi file dipende dai loro permessi, tenendo conto che il programma CGI funziona con gli stessi privilegi del servente HTTP.
È possibile sincronizzare il proprio elaboratore con un altro, che offra il servizio NTP o RDATE. Per questo è sufficiente usare il comando nanorc rdate config:
#
nanorc rdate config
[Invio]
|
pool.ntp.org
<OK
>
Se la configurazione riguarda una copia installata, oppure se viene salvata in qualche modo, all'avvio successivo l'allineamento dell'orologio avviene in modo automatico.
Per la sincronizzazione viene tentato un accesso attraverso ntpdate, il quale prevede già una propria configurazione nel file /etc/default/ntpdate
. In questo file conviene evitare l'indicazione di un servente NTP, perché il meccanismo usato da nanoLinux non lo richiede. Infatti, durante l'avvio del sistema, nanoLinux interroga l'indirizzo indicato nel modo mostrato sopra, attraverso il protocollo NTP, ma se questo fallisce riprova con il protocollo RDATE. Dal momento che queste operazioni richiedono un certo tempo, sono eseguite sullo sfondo, senza sospendere temporaneamente l'esecuzione dello script in cui sono contenute. Ciò ha il vantaggio di non rallentare l'avvio quando l'elaboratore non ha un accesso alla rete esterna; se invece si specifica un servente NTP nel file /etc/default/ntpdate
, da un lato si esegue per due volte la stessa funzione, dall'altro si ottiene una pausa inutile all'avvio se il servente NTP non può essere raggiunto.
nanoLinux dispone di un servente per il protocollo SECSH (Secure Shell), che però non viene avviato automaticamente con il sistema operativo, durante il funzionamento da CD o da DVD, perché sarebbe anche troppo facile raggiungere l'elaboratore conoscendo perfettamente le parole d'ordine degli utenti previsti. Come già descritto, anche la condivisione dei dati attraverso il protocollo NFS non è attiva in modo predefinito se si sta usando il sistema da CD o da DVD. Inoltre, alcuni livelli di nanoLinux prevedono la disponibilità di Samba, per consentire l'accesso agli utenti anche attraverso elaboratori con sistema operativo MS-Windows. Per attivare questi tre servizi, rispettivamente, si può intervenire nel modo seguente:
#
/etc/init.d/ssh start
[Invio]
#
/etc/init.d/nfs-kernel-server start
[Invio]
#
/etc/init.d/samba start
[Invio]
Eventualmente si possono usare i comandi nanorc freeaccess start e nanorc freeaccess stop per l'avvio e l'arresto di questi i servizi.
Oltre ai servizi elencati, che non vengono avviati automaticamente da CD o da DVD per motivi di sicurezza, anche altri non lo sono, per evitare di appesantire inutilmente il funzionamento, oppure perché il contesto richiede che non lo siano. Nella tabella successiva ne vengono riepilogati alcuni.
|
Il comando nanorc ppp on dovrebbe consentire un collegamento guidato a un fornitore di accesso a Internet attraverso una linea telefonica commutata. Il funzionamento di questo comando dipende comunque dalla presenza di un modem esterno collegato a una porta seriale standard.
Se tutto va bene, è sufficiente avviare nanorc ppp on con i privilegi dell'utente root e seguire le istruzioni. Viene richiesto di selezionare la porta seriale corrispondente al modem, il nominativo dell'utenza con cui si è riconosciuti, la parola d'ordine e il numero di telefono del fornitore. In ogni momento è possibile annullare l'operazione selezionando il pulsante grafico <Cancel
> o <Annulla
>, oppure premendo la combinazione [Ctrl c].
Il comando, attraverso le informazioni inserite, crea i file /etc/ppp/chap-secrets
e /etc/ppp/pap-secrets
di volta in volta.
Per concludere un collegamento attivato in questo modo si può usare il comando nanorc ppp off, oppure lo script ppp-off; in alternativa si può anche eliminare il processo corrispondente a pppd.
È disponibile anche lo script ppp-on-it, realizzato in modo specifico per la connessione attraverso alcuni fornitori di accesso italiani che offrono un servizio gratuito. Il funzionamento di questo script è equivalente a nanorc ppp on, con la differenza che sono già disponibili alcuni numeri di telefono noti. Questo script non è più aggiornato, ma viene lasciato per chi desidera adattarlo alle proprie esigenze. Infatti, se si installa nanoLinux nel disco fisso, può essere conveniente modificare questo script in modo da inserire stabilmente alcune informazioni personali, quali il nominativo, la parola d'ordine e il file di dispositivo relativo al modem, attraverso l'impostazione di alcune variabili di ambiente, il cui significato dovrebbe essere intuitivo:
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Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxxiii dedicata alla gestione di modem e porte seriali.
nanoLinux include un servente di stampa compatibile con il tipo BSD, dove il file /etc/printcap
può essere configurato facilmente con l'aiuto di nanorc.
Le prime edizioni di nanoLinux includevano un file |
Con il comando nanorc printer config si rigenera il file /etc/printcap
, specificando una sola coda di stampa predefinita, che può corrispondere anche a un servizio presso un elaboratore remoto:
#
nanorc printer config
[Invio]
|
Inizialmente viene chiesto di specificare quale programma usare per la gestione del filtro di stampa si preferisce. Magicfilter è il più semplice, con lo svantaggio che l'elenco di stampanti è ridotto, ma consente a chi sa usarlo di predisporre il proprio filtro personalizzato; Foomatic è il più adatto per i meno esperti, essendo fornito di un elenco molto grande di modelli di stampanti.
Quello che segue è l'elenco che può apparire dopo avere selezionato Magicfilter:
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Nel caso di Foomatic, la selezione di un filtro per la stampa passa per due elenchi: la marca della stampante e il modello.
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Nel caso di Foomatic, i nomi dei modelli di stampante contengono anche un'estensione che fa capire in che modo viene realizzato il filtro; pertanto, spesso sono disponibili filtri differenti per uno stesso modello. Si osservi che non è garantito che funzionino tutte le voci e può essere necessario fare dei tentativi.
Dopo avere specificato il nome del filtro da usare, si può indicare l'indirizzi IPv4 presso il quale si trova la stampante; se si tratta dell'indirizzo 127.0.0.1 o se si lascia vuoto il campo, si intende fare riferimento a una stampante locale.
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Se si fa riferimento a una stampante locale, viene richiesto di indicare il file di dispositivo a cui corrisponde la stampante:
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Quando si installa nanoLinux nel disco fisso, se questo non viene aggiornato automaticamente, tramite il protocollo DHCP, è necessario predisporre il file /etc/printcap
con l'aiuto del comando nanorc printer config, ritoccandolo eventualmente a mano in un momento successivo. Segue un esempio riferito alla stampa compatibile con un modello HP Laserjet generico, collegata alla prima porta parallela:
|
Con il comando nanorc printer config è possibile configurare una sola stampante; se si vogliono gestire più stampanti, o semplicemente più code differenti, occorre modificare il file /etc/printcap
a mano. L'esempio seguente riporta l'esempio di due code di stampa: quella predefinita riguarda una stampante locale HP Laserjet, mentre la coda successiva (lp2) è rivolta a una stampante remota (192.168.1.254), senza specificare il tipo di filtro:
|
Se per qualche ragione la stampa attraverso la coda consueta non dovesse funzionare, è disponibile lo script minilpr, nella directory /etc/script/
, che stampa utilizzando direttamente il file di dispositivo /dev/lpn
, oppure /dev/usb/lpn
. In questo modo la stampa funziona, ma solo se la stampante è libera, impegnando il programma che richiede la stampa fino alla fine di questa.
Per usare il comando minilpr si deve specificare l'opzione -P, ma si deve osservare che il nome da associare all'opzione può essere piuttosto articolato:
nome_filtro_di_stampa[-{p|u}[n]] |
Nell'estensione, la lettera «p» indica un collegamento a una porta parallela, mentre la lettera «u» indica l'uso di una porta USB; inoltre, il numero finale consente di selezionare quale porta: zero nel caso della prima, ma è anche predefinito, uno nel caso della seconda.
Per esempio se si dispone di una stampante compatibile con il modello HP Laserjet generico, dopo aver visto con il comando nanorc printer config (interrompendolo subito dopo) che esiste il nome laserjet, sapendo che questa stampante è collegata a una porta USB e non ci sono altre stampanti, si può usare il comando lpr in questo modo:
minilpr -Plaserjet-u0 |
Se nel nome della stampante si omette il numero finale si intende zero; se si omette tutta l'estensione, si fa riferimento alla prima porta parallela. L'esempio seguente fa riferimento all'uso di una stampante compatibile con il filtro denominato laserjet, collegata attraverso la prima porta parallela:
minilpr -Plaserjet |
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxv dedicata alla stampa.
nanoLinux III prevede la presenza di SANE per la gestione dello scanner. Per gli scanner che vengono riconosciuti automaticamente non ci sono problemi di utilizzo, inoltre è prevista una configurazione predefinita di SANE, tale da concedere l'accesso attraverso la rete, purché si tratti di indirizzi privati o comunque locali.
Per accedere a uno scanner remoto, è necessario intervenire nel file di configurazione /etc/sane.d/net.conf
di ogni nodo cliente; tuttavia, se si usa il DHCP, lo script che si occupa della configurazione dinamica aggiorna questo file inserendo tutti gli elaboratori che risultano fornire qualche servizio (anche se diverso), considerando che uno scanner di rete potrebbe essere collocato in uno di quelli.
In pratica, se si vuole usare il DHCP e si intende predisporre uno scanner di rete, conviene collocare questo presso lo stesso elaboratore che funge già da servente di stampa, oppure quello che offre il servizio NIS, oppure anche quello che si usa per accumulare il registro di sistema degli elaboratori appartenenti alla rete locale. |
Appunti di informatica libera 2006.07.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
1) A proposito della configurazione iniziale di ht://Dig c'è da osservare che sono stati esclusi di proposito i percorsi che porterebbero alla scansione della documentazione interna (HOWTO) e di quanto potrebbe essere raggiunto all'indirizzo http://localhost/c/
, ovvero la partizione che appartenere a un sistema Dos/MS-Windows, perché altrimenti gli indici sarebbero di dimensioni eccessive, superando tranquillamente anche i 100 Mibyte. Naturalmente, si può modificare la configurazione ed eseguire ugualmente la scansione, se questo è ciò che si desidera realmente.
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_servizi_vari.htm
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