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Generalmente, l'invio di messaggi di posta elettronica (email) si basa su un MTA (Mail transfer agent) locale che, quando riceve una richiesta di invio di un messaggio, si occupa di mettersi in contatto con un suo collega presso l'indirizzo di destinazione, o se necessario in una destinazione intermedia, che si prenda cura di consegnare il messaggio o di reinoltrarlo. Tutto quanto sembra molto semplice a dirsi, in realtà la configurazione di un MTA potrebbe essere molto complessa.
Spesso, in presenza di una rete locale, il funzionamento corretto dell'MTA richiede la predisposizione di un servizio di risoluzione dei nomi locale. A tale proposito conviene consultare i capitoli 188 e 189.
L'invio di messaggi di posta elettronica avviene solitamente attraverso l'uso di un programma adatto alla loro composizione, che poi si mette in comunicazione con l'MTA per l'inoltro del messaggio. Più precisamente, un messaggio inviato a un utente dell'elaboratore locale non richiede alcun MTA, mentre l'invio a un altro elaboratore richiede almeno la presenza di un MTA presso l'indirizzo di destinazione.
Storicamente, l'MTA più diffuso nei sistemi Unix è stato Sendmail; (1) tuttavia, è sempre più comune l'uso di MTA alternativi, meno complicati, pur mantenendo un certo grado di compatibilità con quello tradizionale. Nella parte xxxviii l'argomento viene ripreso e trattato con maggiore dettaglio.
La posta elettronica non è semplicemente un servizio di rete che si attua attraverso un protocollo (SMTP). Il servizio di rete permette il trasferimento dei messaggi, ma l'MTA ha anche il compito di recapitarli ai destinatari, in forma di file.
In questo senso, il meccanismo può sembrare un po' confuso all'inizio, trattandosi effettivamente di un sistema piuttosto complicato. In un sistema composto da un elaboratore isolato, anche se provvisto di terminali più o meno decentrati, non c'è alcun bisogno di fare viaggiare messaggi attraverso una rete, è sufficiente che questi vengano semplicemente messi a disposizione dell'utente destinatario (in un file contenuto nella sua directory personale, o in una directory pubblica, in cui il file in questione possa essere accessibile solo a quell'utente particolare). In tal caso, chi si occupa di attuare questo sistema è un MDA, ovvero Mail delivery agent.
Quando invece si deve inviare un messaggio attraverso la rete, perché l'indirizzo del destinatario si trova in un nodo differente, si utilizza il protocollo SMTP, per contattare presso la destinazione un servente SMTP. Questo servente ha il compito di recapitare la posta elettronica (presumibilmente presso il proprio sistema locale). Quindi, lo scopo del servente SMTP è quello di recapitare i messaggi.
La trasmissione del messaggio, che richiede la connessione con il servente remoto della destinazione, non fa capo ad alcun servizio di rete nell'ambito locale. Questa connessione potrebbe essere instaurata direttamente dal programma che si utilizza per scrivere il messaggio da trasmettere, oppure, come succede di solito, da un altro programma specifico, che in più si preoccupa di ritentare l'invio del messaggio se per qualche motivo le cose non funzionano subito, rinviandolo eventualmente all'origine se non c'è modo di recapitarlo.
L'MTA ha generalmente questi tre ruoli fondamentali: l'attivazione del servizio SMTP, per la ricezione di messaggi dall'esterno; la gestione della trasmissione di questi, assieme a una coda per ciò che non può essere trasmesso immediatamente; la consegna locale dei messaggi ricevuti attraverso il protocollo SMTP oppure attraverso lo stesso sistema locale. Quindi, in generale, un MTA integra anche le funzioni di un MDA.
La posta elettronica, o email, è un modo di comunicare messaggi che richiede la conoscenza di alcune convenzioni. Ciò, sia per evitare malintesi, sia per eliminare le perdite di tempo.
Un messaggio di posta elettronica è formato fondamentalmente da una «busta» e dal suo contenuto. La busta è rappresentata da tutte le informazioni necessarie a recapitare il messaggio, mentre il contenuto è composto generalmente da un testo ASCII puro e semplice. Tutte le volte che il testo è composto in modo diverso, si aggiungono dei requisiti nei programmi da utilizzare per la sua lettura; in pratica, si rischia di creare un problema in più al destinatario del messaggio.
In generale, un messaggio di posta elettronica può contenere uno o più allegati, conosciuti frequentemente come attachment. L'allegato permette di incorporare in un messaggio un file che poi, attraverso strumenti opportuni, può essere estrapolato correttamente, riproducendo esattamente il file originale. Ciò che si deve evitare di fare in generale è l'invio del messaggio come un allegato. Questo, purtroppo, capita frequentemente quando si usano programmi per la composizione di messaggi di posta elettronica che permettono di introdurre elementi di formattazione del testo (Rich Text). Quando si usano programmi grafici di composizione per i messaggi di posta elettronica è bene controllare la configurazione per eliminare questa formattazione, che spesso è predefinita.
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Le varie estensioni al codice ASCII hanno portato alla definizione di un gran numero di codifiche differenti. Spesso è sufficiente configurare il proprio programma di composizione dei messaggi di posta elettronica in modo da utilizzare la codifica ISO 8859-1, per poter scrivere correttamente con le lingue di buona parte dei paesi europei (inglese inclusa). Tuttavia, anche la scelta di una codifica come questa, che richiede l'utilizzo di 8 bit invece dei 7 bit tradizionali dell'ASCII, può costituire un problema per qualcuno. In questo senso, quando si scrive in italiano, è «cortese» utilizzare gli apostrofi alla fine delle vocali che avrebbero dovuto essere accentate.
Un messaggio di posta elettronica si compone inizialmente di una serie di indicazioni, tra cui le più importanti sono quelle che servono a recapitarlo al destinatario. L'uso corretto di questi elementi di intestazione è importante, non solo perché il messaggio raggiunga il destinatario o i destinatari, ma anche per chiarire loro il contesto del messaggio e le persone coinvolte.
La risposta a un messaggio viene inviata normalmente al mittente (From:), a tutti i destinatari normali (To:) e a tutti quelli cui è stato inviato il messaggio per conoscenza (Cc:). Questa operazione viene fatta solitamente in modo automatico dal programma utilizzato per leggere e comporre i messaggi: il Mail user agent (MUA). È importante però fare attenzione sempre che ciò corrisponda alla propria volontà, o che le circostanze siano appropriate. Infatti, se sono coinvolte diverse persone in una corrispondenza, è probabile che si giunga a un punto in cui non abbia più significato continuare a «importunarle» quando la catena di risposte è degenerata in un contesto differente.
I programmi MUA comuni aggiungono la sigla Re: davanti all'oggetto, a meno che non inizi già in questo modo, quando si risponde a un messaggio precedente. Il problema sta nel fatto che non sempre viene rispettata questa convenzione, per cui se ne trovano altri che aggiungono qualcosa di diverso, come R:. Così, se la catena di risposte prosegue si rischia di arrivare ad avere un oggetto formato da una serie di Re: R: Re: R:.
Quando il messaggio a cui si risponde contiene l'indicazione del campo Reply-To:, si pone un problema in più: la scelta corretta del destinatario. Infatti, la risposta va inviata all'indirizzo Reply-To: solo se perfettamente conforme al contesto. Si è già accennato al fatto che questo campo viene aggiunto dai programmi di gestione delle liste di posta elettronica. In questa situazione è molto diverso inviare una risposta alla lista o soltanto al mittente originario del messaggio.
Quando si vuole rinviare a un altro indirizzo (forward in inglese), si dice che questo viene fatto proseguire (così come avviene nella posta normale quando l'indirizzo di destinazione non è più valido per qualche motivo). Per farlo si incorpora il messaggio originale con alcune informazioni sul mittente e sul destinatario originale, permettendo di aggiungere qualche commento aggiuntivo.
Quando si riceve un messaggio, così come accade nella corrispondenza normale, occorre un po' di attenzione se si pensa di divulgarne il contenuto ad altri. Evidentemente dipende dalle circostanze; in caso di dubbio occorre almeno chiedere il consenso della persona che lo ha scritto.
Come accennato, Sendmail (2) è stato l'MTA più diffuso nei sistemi Unix, tanto che anche nelle distribuzioni GNU è stato utilizzato spesso in modo predefinito. Il pregio di Sendmail è la sua estrema configurabilità. Il suo difetto è lo stesso pregio: l'estrema configurabilità implica un'estrema complessità.
A seconda delle opzioni con cui viene avviato l'eseguibile sendmail, si ottiene un demone in ascolto della porta SMTP (25), oppure si ottiene la trasmissione di un messaggio fornito attraverso lo standard input, oppure si hanno altre funzioni accessorie.
Solitamente, Sendmail viene distribuito già configurato in modo standard, sia per l'attivazione del servizio SMTP, sia per la gestione della trasmissione dei messaggi e della consegna locale; qui si vuole solo vedere quel poco che può valere la pena di modificare, anche per un principiante. Sendmail viene trattato con maggiore dettaglio nel capitolo 229; inoltre, nel capitolo 230 si introduce anche l'uso di Exim, un MTA alternativo e abbastanza compatibile con le convenzioni operative di Sendmail.
sendmail è l'eseguibile di Sendmail. Viene usato fondamentalmente in due modi: per l'attivazione del servizio SMTP e per la trasmissione e la consegna locale dei messaggi.
sendmail [opzioni] |
Per l'attivazione del servizio SMTP, viene avviato normalmente come demone indipendente dal supervisore dei servizi di rete, aggiungendo così l'opzione -bd. Naturalmente, si tratta solitamente di un'operazione che viene fatta dalla stessa procedura di inizializzazione del sistema. Ecco come potrebbe apparire la riga che avvia sendmail in uno script del genere:(3)
|
Per l'invio di un messaggio, è sufficiente avviare sendmail, fornendogli questo attraverso lo standard input, avendo cura di separare con una riga vuota l'intestazione dal testo. Segue un esempio di questo tipo di utilizzo:.
$
cat | /usr/lib/sendmail tizio@dinkel.brot.dg
[Invio]
From: caio@roggen.brot.dg
[Invio]
Subject: ciao ciao
[Invio]
[Invio]
Ciao Tizio.
[Invio]
Quanto tempo che non ci si sente!
[Invio]
[Ctrl d]
Questa forma di utilizzo dell'eseguibile sendmail può essere utile per realizzare uno script con qualche informazione definita in modo automatico.
Per questo tipo di utilizzo, è fondamentale la riga vuota (vuota e non solo bianca) prima del testo del messaggio. |
La configurazione di Sendmail è a dir poco «terribile» e si attua attraverso il file /etc/sendmail.cf
. Chi non è esperto è bene che lasci stare il file di configurazione che si ritrova, oppure che ne scelga uno tra un gruppo già pronto e ben descritto per i suoi effetti.
È chiaro che in questa situazione ci si deve fidare della propria distribuzione GNU; di conseguenza occorre leggere la documentazione relativa che dovrebbe descrivere le scelte fatte nella configurazione di questo servizio.
Per modificare la configurazione di Sendmail, si evita generalmente di intervenire direttamente nel file /etc/sendmail.cf
, utilizzando piuttosto dei linguaggi macro in grado di costruirne uno con meno fatica (ciò è descritto nel capitolo 229).
Attraverso il file /etc/aliases
è possibile configurare una serie di alias per facilitare l'invio di messaggi di posta elettronica. Gli alias stabiliscono a chi, effettivamente, debbano essere recapitati i messaggi.
In generale, non è conveniente che l'utente root possa ricevere dei messaggi, per questo, un alias potrebbe rimandare la sua posta elettronica verso il recapito corrispondente all'utente comune riferito a quella stessa persona.
Inoltre, è importante che gli utenti fittizi (bin, daemon, ecc.) non possano ricevere messaggi: prima di tutto non esistono tali persone, inoltre ciò potrebbe servire per sfruttare qualche carenza nel sistema di sicurezza dell'elaboratore locale.
Infine, è molto importante che vengano definiti degli alias usati comunemente per identificare il responsabile del servizio SMTP presso il nodo locale.
L'esempio seguente mostra il file /etc/aliases
tipico, in cui si dichiarano gli alias del responsabile del servizio (postmaster), gli alias degli utenti di sistema e infine l'alias dell'utente root.
|
Purtroppo, questo file non può essere utilizzato da sendmail così com'è, deve essere prima tradotto nel file /etc/aliases.db
attraverso il comando newaliases.(4)
newaliases è un collegamento a sendmail. Quando sendmail viene avviato con questo nome, senza bisogno di altri argomenti, genera un nuovo file /etc/aliases.db
a partire dal sorgente /etc/aliases
.
Quindi, ogni volta che si modifica il file |
Quando sendmail viene avviato per ottenere l'invio di un messaggio, questo utilizza la directory /var/spool/mqueue/
per accodare ciò che non può essere trasmesso immediatamente.
Per sapere se un messaggio è stato inviato effettivamente, occorre controllare che questa directory sia vuota. Per questo, si può utilizzare il comando mailq che restituisce lo stato di questa directory.
mailq è un collegamento a sendmail. Quando sendmail viene avviato con questo nome, senza bisogno di altri argomenti, legge il contenuto di /var/spool/mqueue/
ed elenca in breve i messaggi rimasti nella coda.
L'esempio seguente mostra i file di due messaggi che non sono stati recapitati per motivi diversi.
#
ls -l /var/spool/mqueue
[Invio]
total 4 -rw------- 1 root mail 16 Sep 12 21:01 dfVAA03244 -rw------- 1 root mail 10 Sep 12 21:09 dfVAA03507 -rw------- 1 root mail 507 Sep 12 21:02 qfVAA03244 -rw------- 1 root mail 535 Sep 12 21:09 qfVAA03507 |
Con mailq si ottiene invece una visione più chiara, ma soprattutto accessibile anche all'utente comune.(5)
$
mailq
[Invio]
Mail Queue (2 requests) --Q-ID-- --Size-- -Priority- ---Q-Time--- -----------Sender/Recipient----------- VAA03244 16 30065 Sep 12 21:01 root (Deferred: No route to host) daniele@weizen.mehl.dg VAA03507 10 30066 Sep 12 21:09 root (Deferred: Connection refused by weizen.mehl.dg.) root@weizen.mehl.dg |
L'uso di mailq è molto importante per verificare che i messaggi siano stati inviati, specialmente quando si utilizza un collegamento su linea commutata: prima di interrompere la comunicazione, conviene verificare che non siano rimasti messaggi in coda.(6)
Il file ~/.forward
può essere preparato da un utente (nella propria directory personale) per informare il sistema di consegna locale della posta elettronica (MDA) di fare proseguire (rinviare) i messaggi verso altri indirizzi. Il file si compone di una o più righe, ognuna contenente un indirizzo di posta elettronica alternativo; i messaggi giunti per l'utente in questione vengono fatti proseguire verso tutti gli indirizzi elencati in questo file.
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L'esempio mostra semplicemente che tutti messaggi di posta elettronica ricevuti dall'utente a cui appartiene la directory personale in cui si trova il file, devono essere rispediti all'indirizzo daniele@dinkel.brot.dg
.
È importante chiarire che non rimane copia dei messaggi per l'utente in questione. Si presume che questo utente riceva la posta elettronica attraverso uno degli indirizzi elencati nel file ~/.forward
.
La posta elettronica viene recapitata normalmente all'interno di un file di testo unico, appartenente all'utente destinatario. Generalmente, si distinguono due possibilità sulla collocazione di tale file: la directory /var/mail/
(o anche /var/spool/mail/
) e un file particolare nella directory personale dell'utente.
Sendmail e altri programmi simili, utilizzano il primo modo, secondo la configurazione predefinita, dove ogni utente ha un proprio file con un nome che corrisponde a quello dell'utenza.
I programmi utilizzati per leggere la posta elettronica devono sapere dove trovarla; in generale si utilizza la convenzione della variabile di ambiente MAIL, che serve a definire il percorso assoluto del file di destinazione dei messaggi.
Di solito, nel profilo di configurazione della shell appare un'istruzione simile a quella seguente, dove si definisce l'uso di un file, il cui nome corrisponde a quello dell'utente destinatario, nella directory /var/mail/
(si fa riferimento a una shell derivata da quella di Bourne).
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Per scrivere, inviare e leggere i messaggi di posta elettronica si utilizza normalmente un programma apposito, detto MUA o Mail user agent. Programmi di questo tipo se ne possono trovare in grande quantità, ma difficilmente questi sono compatibili tra loro.
Il MUA storicamente più importante e quasi sempre presente nei sistemi Unix è Berkeley Mail, ovvero Mailx.
La ricezione dei messaggi in un sistema Unix avviene principalmente dalla lettura del file usato per il recapito di questi nel sistema locale, ovvero il file indicato nella variabile di ambiente MAIL. Questo è ciò che si limita a fare un programma come Mailx, mentre altri programmi più sofisticati possono prelevarla direttamente da caselle remote attraverso i protocolli POP3 (a volte anche POP2) e IMAP.
Per l'invio dei messaggi, il programma MUA di un sistema Unix ha a disposizione due possibilità. La più semplice è l'utilizzo dell'eseguibile sendmail (inteso come MDA locale, anche se poi l'eseguibile sendmail può appartenere a un MDA diverso dal classico Sendmail, che però aderisce alle convenzioni tradizionali), a cui viene passato il messaggio attraverso lo standard input, dove poi è questo secondo programma che provvede da solo al recapito locale o all'invio ad altra destinazione attraverso il protocollo SMTP; la seconda possibilità consiste invece nell'accedere direttamente a un servente SMTP.
Tanto per fare un esempio, Mailx è quel tipo di programma che si avvale dell'MDA locale per spedire i messaggi, mentre tutti i programmi più sofisticati si avvalgono direttamente del protocollo SMTP. La differenza tra i due approcci è importante: se non si vuole gestire la posta elettronica localmente, ma si ha una casella di posta remota (come quando si fa un contratto con un ISP), si può fare affidamento esclusivamente su un servente SMTP remoto (offerto da quello stesso ISP). Volendo invece utilizzare Mailx, o programmi simili, si è costretti a installare anche Sendmail o un altro MUA compatibile.
In un sistema Unix comune, esistono diversi programmi che dipendono da un sistema di consegna dei messaggi locale compatibile con Sendmail. Pertanto, in generale la scelta migliore, o anche solo obbligata, è quella di installare un MDA compatibile con Sendmail. Successivamente, partendo da questa base diventa conveniente utilizzare un programma come Fetchmail (capitolo 226) per prelevare la posta da caselle remote per farla recapitare nuovamente attraverso il sistema di consegna locale. Pertanto, conviene poi configurare il proprio MUA per prelevare i messaggi esclusivamente dal file indicato dalla variabile di ambiente MAIL. |
Un programma MUA comune consente di organizzare i messaggi ricevuti e le copie di quelli trasmessi all'interno di cartelle. Queste cartelle possono essere delle directory contenenti i messaggi sotto forma di file differenti, oppure possono essere dei file singoli, a cui spesso si affiancano altri file contenenti dei puntatori ai vari messaggi interni.
La forma tradizionale di queste cartelle è quella conosciuta con il nome mailbox, corrispondente in pratica a quella del file usato per il recapito dei messaggi locali, come indicato dalla variabile di ambiente MAIL.
La gestione di cartelle in formato mailbox ha lo svantaggio di non offrire un metodo efficace per l'accesso simultaneo da parte di più programmi, tuttavia la corrispondenza è qualcosa di personale e difficilmente si utilizzano due o più programmi simultaneamente.
Nella situazione più semplice, il programma MUA gestisce le cartelle dei messaggi nel formato mailbox, in una directory, senza aggiungere altri file (riconoscendo tutti i file della directory come cartelle di messaggi). Eventualmente, alcune cartelle significative possono essere identificate dal programma MUA con un nome particolare, differente dal nome reale del file corrispondente. Per esempio, una di queste cartelle potrebbe chiamarsi «messaggi trasmessi» ed essere abbinata al file sentbox
.
Sono pochi i programmi che ancora oggi si limitano all'uso del formato mailbox, senza associare degli indici, riconoscendo come cartelle tutti i file contenuti in una directory stabilita, ma sono solo questi che consentono di usare la posta elettronica sia con Mailx, sia con altri programmi compatibili. Appartengono a questa categoria Pine e Balsa, che vengono descritti in questo capitolo proprio per la loro compatibilità reciproca.
È già stato mostrato brevemente come inviare un messaggio molto semplice attraverso l'uso dell'eseguibile /usr/lib/sendmail
, che fa parte di Sendmail o di un altro MTA che conservi questa compatibilità. Questa forma di invio dei messaggi diventa molto importante per programmi molto semplici che hanno la necessità di inviare delle informazioni in forma di messaggi di posta elettronica, senza potersi servire di un MUA particolare. Il modello sintattico seguente mostra come strutturare un file contenente un messaggio di posta elettronica da inviare in questo modo:
To: [nominativo_del_destinatario ]<indirizzo_di_posta_elettronica_del_destinatario> From: [nominativo_del_mittente ]<indirizzo_di_posta_elettronica_del_mittente> [Cc: [nominativo_destinatario_in_copia ]<indirizzo_destinatario_in_copia>[, \ |
Un file del genere, potrebbe assomigliare all'esempio seguente:
|
Se questo file viene chiamato lettera
, lo si può spedire in modo molto semplice così:
$
cat lettera | /usr/lib/sendmail -t
[Invio]
In questo modo, con l'opzione -t, si ottiene di far leggere l'indirizzo del destinatario dal file stesso.
L'invio di messaggi attraverso questo meccanismo diventa ancora più interessante quando avviene all'interno di uno script di shell. Il modello seguente fa riferimento all'uso di Bash per inviare all'utente root un rapporto su quanto svolto da un certo tipo di elaborazione; si può osservare che i comandi che costruiscono il messaggio vengono racchiusi tra parentesi tonde, per poter convogliare il loro flussi standard di uscita in modo complessivo verso /usr/lib/sendmail
:
#!/bin/sh ( echo "To: <root@localhost>" echo "From: nome_di_comodo <root>" echo "Subject: oggetto" echo "" echo "Il giorno `date` e\` stato eseguito il comando" echo "comando che ha dato questo responso:" comando_che_esegue_qualcosa ) 2>&1 | /usr/lib/sendmail -t exit 0 |
Si intuisce che uno script realizzato secondo uno schema simile a quello appena mostrato, potrebbe essere avviato dal sistema Cron per svolgere automaticamente delle funzioni, avvisando convenientemente dell'esito l'amministratore del sistema.
Se non fosse chiaro, ecco come si potrebbe inviare all'amministratore il risultato del comando ls -l /:
|
Nella sezione 228.9.3 viene mostrato come realizzare uno script che si avvale di Telnet per contattare un servente SMTP in modo diretto.
Mailx (7) è il programma standard di gestione della posta elettronica, originariamente parte dello Unix BSD. Si tratta di un programma piuttosto scomodo da gestire, ma rappresenta lo standard ed è quasi indispensabile la sua presenza.
L'eseguibile mail prevede due file di configurazione, uno generale per tutto il sistema e uno particolare per ogni utente. Si tratta rispettivamente di /etc/mail.rc
e ~/.mailrc
.
Nella sua semplicità, mail è comunque un programma ricco di opzioni e di comandi per l'utilizzo interattivo. Tuttavia, di solito, è apprezzato solo nelle situazioni di emergenza, per cui è raro che venga sfruttato al massimo delle sue possibilità.
Per l'invio della posta, Mailx utilizza l'eseguibile sendmail, passandogli le informazioni attraverso la riga di comando e lo standard input. Questo particolare è importante se si considera la possibilità di utilizzare un MTA differente da Sendmail. Per la lettura dei messaggi ricevuti, Mailx legge il file specificato dalla variabile di ambiente MAIL; inoltre, generalmente salva i messaggi letti e non cancellati nel file ~/mbox
(nella directory personale dell'utente).
Il programma mail è l'eseguibile di Mailx. Con la sua semplicità ha il vantaggio di poter utilizzare lo standard input come fonte per un testo da inviare. Di conseguenza, è ottimo per l'utilizzo all'interno di script, anche se per questo si potrebbe richiamare direttamente l'eseguibile sendmail. La sintassi della riga di comando è molto semplice:
mail [opzioni] [destinatario...] |
Segue la descrizione di alcune opzioni.
|
Il programma mail, se avviato allo scopo di leggere la posta, mostra un elenco dei messaggi presenti e attende che gli vengano impartiti dei comandi in modo interattivo. Per questo mostra un invito (prompt), formato dal simbolo &.
Ognuno di questi comandi ha un nome, che spesso può essere abbreviato alla sola iniziale. L'elenco di questi comandi è molto lungo e può essere letto dalla documentazione interna, mail(1). Qui viene descritto solo l'utilizzo più comune, con i comandi relativi.
Invio della posta
Per inviare della posta a una o più persone, è sufficiente avviare mail utilizzando come argomento gli indirizzi di destinazione delle persone da raggiungere. Per concludere l'inserimento del testo, generalmente è sufficiente inserire un punto (.) all'inizio di una riga nuova, oppure è possibile inviare il codice di EOF: [Ctrl d]. Si osservi l'esempio seguente, in cui si invia un messaggio molto semplice all'indirizzo tizio@dinkel.brot.dg
:
$
mail tizio@dinkel.brot.dg
[Invio]
Subject:
Vado in ferie
[Invio]
Ciao Tizio,
[Invio]
ti scrivo solo per avvisarti che parto per una settimana
[Invio]
e durante tale periodo non potrò leggere la posta.
[Invio]
A presto,
[Invio]
Caio
[Invio]
.
[Invio]
Cc:
[Invio]
Durante l'inserimento del messaggio è possibile impartire dei comandi speciali, definiti attraverso delle sequenze di escape, rappresentate da una tilde (~) seguita dal comando vero e proprio. Attraverso queste sequenze di escape è possibile aggiungere indirizzi ai destinatari in copia carbone, o in copia carbone nascosta, è possibile importare un file, cambiare l'oggetto del messaggio... In particolare, è possibile anche passare alla scrittura del testo attraverso un programma visuale più comodo (come VI o altro, a seconda della configurazione).
Lettura della posta ricevuta
Per controllare la cartella della posta ricevuta e per leggere eventualmente i messaggi, è sufficiente avviare mail senza argomenti. mail visualizza un elenco numerato delle descrizioni dell'oggetto di ogni lettera ricevuta. Una volta avviato mail, questo presenta il suo invito rappresentato da una e-commerciale (&), dal quale è possibile dare dei comandi a mail. In particolare, è possibile inserire il numero del messaggio che si vuole leggere. Per leggere il successivo è sufficiente premere il tasto [+], mentre per rileggere quello precedente è sufficiente premere il tasto [-]. Segue un esempio di lettura di un messaggio.
$
mail
[Invio]
Mail version 8.1.2 01/15/2001. Type ? for help. "/home/tizio/mail/inbox": 6 messages > 1 root@dinkel.brot. Thu Mar 28 22:02 22/845 Debconf: OpenLDAP Server C 2 caio@dinkel.brot. Sat Aug 24 09:23 15/484 Vado in ferie |
&
2
[Invio]
Message 2: From caio@dinkel.brot.dg Sat Aug 24 09:23:39 2002 To: tizio@dinkel.brot.dg Subject: Vado in ferie From: caio@dinkel.brot.dg Date: Sat, 24 Aug 2002 09:23:39 +0200 Ciao Tizio, ti scrivo solo per avvisarti che parto per una settimana e durante tale periodo non potrò leggere la posta. A presto, Caio |
&
q
[Invio]
Saved 1 message in /home/tizio/mbox Held 1 message in /home/tizio/mail/inbox |
Gestione della posta ricevuta
Dopo aver letto un messaggio, lo si può cancellare con il comando delete (d) o si può rispondere con il comando reply (r). La cancellazione della posta non è irreversibile. Di solito si possono recuperare dei messaggi attraverso il comando undelete (u); però i messaggi cancellati risultano di fatto invisibili.
Si distinguono due tipi di risposta che fanno riferimento a due comandi simili: replay (r), che è appena stato descritto, e Replay (R). Nel primo caso la risposta viene inviata al mittente e a tutto l'elenco dei destinatari del messaggio di origine, mentre nel secondo la risposta va esclusivamente al mittente del messaggio di origine.
Gruppi di messaggi
Alcuni comandi di mail accettano l'indicazione di gruppi di messaggi. Per esempio, delete 1 5 cancella i messaggi numero uno e numero cinque, delete 1-5 cancella i messaggi dal numero uno al numero cinque. L'asterisco (*) viene utilizzato per identificare tutti i messaggi, mentre il simbolo $ rappresenta l'ultimo messaggio. Un caso tipico di utilizzo dell'asterisco come gruppo totale dei messaggi è il seguente: top * che permette così di visualizzare le prime righe di tutti i messaggi ricevuti.
Conclusione dell'elaborazione della posta
Per concludere la sessione di lavoro con mail è sufficiente utilizzare il comando quit (q). Di solito, salvo intervenire nella configurazione, la posta letta (e non segnata per la cancellazione) viene trasferita nel file ~/mbox
, mentre quella non letta rimane nella cartella originale.
Si è già accennato al fatto che Mailx utilizzi due file di configurazione: /etc/mail.rc
per tutto il sistema e ~/.mailrc
per le particolarità di ogni utente. Le direttive di questo file sono gli stessi comandi che possono essere impartiti a mail durante il suo funzionamento interattivo.
In generale, si utilizzano prevalentemente i comandi set e unset, che permettono l'attivazione o la disattivazione di alcune modalità di funzionamento, consentendo anche la definizione di alcune opzioni che prevedono l'indicazione di un'informazione precisa.
Segue la descrizione di alcune modalità di funzionamento controllate dai comandi set e unset.
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Segue la descrizione di altre opzioni.
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Segue la descrizione di alcuni esempi.
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Quello che si vede sopra è il contenuto del file di configurazione generale tipico (il file /etc/mail.rc
).
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L'esempio si riferisce a un file di configurazione personale, ovvero ~/.mailrc
, dove l'utente vuole gestire la sua posta nella directory ~/mail/
(si tratta dell'utente tizio), dove possono trovarsi anche altri file intesi come cartelle di messaggi.
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Questo esempio produce lo stesso risultato di quello precedente, con la differenza che i percorsi includono la variabile di ambiente HOME, che si espande nella directory personale dell'utente; in questo modo, tale configurazione potrebbe anche essere generalizzata e inserita nel file /etc/mail.rc
.
Nail (8) è un programma funzionalmente simile a Mailx, che consente l'uso di allegati MIME ed è in grado di servirsi direttamente di un servente SMTP per l'invio dei messaggi.
Anche la configurazione è compatibile con quella di Mailx, tanto che viene utilizzato lo stesso file ~/.mailrc
per gli utenti, mentre la configurazione generale è contenuta nel file /etc/nail.rc
per sicurezza.
Pine (9) è un programma per la gestione della posta più potente e pratico rispetto al normale Mailx, che consente eventualmente anche la lettura delle news.
In particolare, per l'invio dei messaggi, Pine utilizza il protocollo SMTP, cosa che permette di utilizzarlo anche senza avere installato Sendmail localmente, o un altro MTA simile. Infatti, spesso si utilizza la posta elettronica soltanto per Internet, disponendo di un solo elaboratore personale, senza alcuna necessità di gestire la posta elettronica locale. In questi casi, Sendmail e Mailx, potrebbero essere considerati dei componenti inutili (o quasi) del sistema.
Generalmente si avvia l'eseguibile pine senza argomenti. La prima volta che ogni utente lo utilizza, crea una directory ~/mail
contenente ~/mail/saved-messages
e ~/mail/sent-mail
entrambi vuoti; inoltre prepara un file di configurazione, ~/.pinerc
. Dopo una prima schermata di presentazione, Pine mostra il suo menù (figura 225.20).
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Probabilmente, la cosa più utile da fare la prima volta che si utilizza questo programma, è quella di configurarlo, utilizzando la lettera S come sinonimo di Setup. Si ottiene un sottomenù:
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Premendo la lettera C come sinonimo di Config si arriva alla maschera di configurazione. La maschera non può essere contenuta tutta in una sola schermata, di conseguenza, si utilizzano la [barra spaziatrice] per scorrerla in avanti e il segno [-] per scorrerla all'indietro. Quella seguente è la prima parte della configurazione predefinita (cioè quella iniziale) dell'utente tizio.
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Vale la pena di definire almeno la prima parte. Per inserire un dato nuovo si usa la lettera a come sinonimo di add, mentre per modificare un valore preesistente si uilizza la lettera c come sinonimo di change. Per cancellare una voce si utilizza la lettera d come sinonimo di delete. Alcune voci consentono l'inserimento di dati multipli utilizzando una successione di richieste di inserimento.
Segue un elenco parziale degli elementi che possono essere configurati, assieme a una breve descrizione del loro significato.
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Alla fine, la parte iniziale della maschera di configurazione potrebbe apparire come la seguente:
personal-name = Tizio Tizi user-domain = weizen.mehl.dg smtp-server = weizen.mehl.dg nntp-server = news.notiziario.dg inbox-path = /var/mail/tizio folder-collections = ~/Mail/[] news-collections = <No Value Set> incoming-archive-folders = <No Value Set> pruned-folders = <No Value Set> default-fcc = sent-mail default-saved-msg-folder = saved-mail postponed-folder = postponed-msgs read-message-folder = <No Value Set> signature-file = ~/.signature" global-address-book = <No Value Set> address-book = ~/.addressbook |
La configurazione che si definisce in modo interattivo, viene salvata nel file ~/.pinerc
(nella directory personale dell'utente). Questo file risulta essere commentato molto bene e può essere comodo ritoccare qualche direttiva direttamente al suo interno, senza passare per la procedura interattiva.
Oltre ai file di configurazione personali, ne esiste uno generale, /etc/pine.conf
, che serve per definire un'impostazione generale predefinita, lasciando agli utenti la possibilità di modificare ciò che interessa nella configurazione personale. La sintassi per le direttive di questo file è la stessa di quella dei file personalizzati, ma in generale si lascia quanto fornito in modo predefinito dalla distribuzione del programma.
Infine, esiste la possibilità di definire una configurazione generale che non può essere cambiata dalla configurazione personale degli utenti. Si tratta del file /etc/pine.conf.fixed
e il suo utilizzo può essere utile per evitare errori di configurazione agli utenti. Ecco un esempio di ciò che potrebbe contenere questo file:
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In questo modo, si impone agli utenti l'uso del file ~/mail/inbox
per ricevere la posta, cosa che deriva presumibilmente dalla configurazione del sistema di consegna locale; viene definito anche i file per la raccolta dei messaggi si trovano solo nella directory ~/mail/
; infine si stabilisce che i messaggi devono essere inviati esclusivamente attraverso il servente SMTP mail.brot.dg
.
Mutt (10) è un programma per la gestione della posta per terminali a caratteri, comparabile a Pine.
Per l'invio dei messaggi, Mutt utilizza /usr/sbin/sendmail
, che può riguardare precisamente Sendmail o un altro MTA compatibile, oppure può utilizzare un programma differente, ma con lo stesso comportamento, purché specificato nella configurazione. In pratica, Mutt non gestisce da solo il protocollo SMTP.
Mutt si compone dell'eseguibile mutt, che di solito si avvia senza argomenti, e prevede la presenza di diversi file di configurazione; in particolare /etc/Muttrc
per tutto il sistema e ~/.muttrc
(o ~/.mutt/muttrc
) per le particolarità dei singoli utenti.
Una caratteristica molto importante di Mutt è la capacità di gestire formati differenti per le cartelle di posta elettronica. In particolare, il formato predefinito è attualmente il tipo mailbox, che consente un utilizzo simultaneo ad altri MUA tradizionali. |
La configurazione di Mutt prevede direttive di vari tipi; in particolare si distinguono quelle che servono a definire delle «variabili», perché iniziano con la parola chiave set. La tabella seguente descrive alcune di queste direttive che vale la pena di conoscere per modificare l'impostazione predefinita della configurazione. Si osservi che Mutt può utilizzare direttamente i protocolli POP3 e IMAP, ma la configurazione relativa non viene mostrata.
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Avviando l'eseguibile mutt la prima volta, è probabile che si veda la richiesta di creare la directory da usare per contenere le cartelle di posta; quindi si accede normalmente all'elenco dei messaggi disponibili nella cartella di posta in entrata, come si vede nella figura 225.28.
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Il funzionamento di Mutt dipende dalla localizzazione, pertanto alcune risposte da dare alle domande che vengono proposte richiedono lettere differenti a seconda di questa. La figura mostra in particolare il funzionamento per le convenzioni della lingua inglese, dove si vede la presenza di due soli messaggi.
Quando Mutt si trova in una condizione del genere, ovvero quando mostra l'elenco di messaggi contenuto in una certa cartella (la figura mostra la cartella corrispondente al file ~/mail/mbox
), si dice che è in modalità «indice». Durante questa modalità di funzionamento, possono essere impartiti dei comandi, costituiti generalmente da lettere singole, una piccola parte dei quali viene riassunta sulla prima riga dello schermo. La tabella 225.29 descrive brevemente parte dei comandi validi quando appare un elenco di messaggi. Si osservi che la maggior parte dei comandi richiede poi una conferma o l'indicazione di altri dati, attraverso messaggi che appaiono nell'ultima riga dello schermo.
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Come si vede dalla tabella 225.29, per inviare un messaggio si comincia dal premere il tasto [m] (mail); viene richiesto di inserire l'indirizzo di destinazione e l'oggetto, quindi si passa all'inserimento del testo del messaggio, attraverso un programma per la modifica di file di testo. Al termine della stesura del testo, lo si deve salvare e quindi è necessario uscire da quel programma, per ritornare sotto il controllo di Mutt, il quale potrebbe mostrare una schermata simile a quella seguente:
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Come si può vedere, non appare più il corpo del messaggio, che invece viene indicato come allegato. Per tornare alla modifica del messaggio basta premere la lettera [e] (edit), per spedire il messaggio si usa la lettera [y], mentre per completare altri campi dell'intestazione si usano comandi simili. La tabella 225.31 riepiloga i comandi più importanti, validi in questo contesto.
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Da un elenco di messaggi si passa alla visualizzazione di quello selezionato premendo semplicemente [Invio]; durante la visualizzazione di un messaggio, è possibile rispondere allo stesso premendo il tasto [r], oppure fare altre cose come descritto nella tabella 225.32.
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Balsa (11) è un programma grafico per la gestione della posta elettronica, che consente l'accesso diretto al servente SMTP per l'invio dei messaggi e ai serventi POP3 per il prelievo dei messaggi ricevuti presso caselle postali remote.
La prima volta che si avvia Balsa, attraverso l'eseguibile balsa, viene proposta una configurazione iniziale e generalmente vengono creati dei file nella directory ~/mail/
. Inoltre, viene cercato il file locale dei messaggi ricevuti nella directory /var/spool/mail/
(oppure /var/mail/
, a seconda dell'impostazione del proprio sistema). A parte il resto della configurazione che dovrebbe essere abbastanza intuitivo, occorre tenere in considerazione che Balsa abbina il nome di una cartella di posta a un file, che non ha necessariamente lo stesso nome.
Balsa genera e aggiorna da solo il proprio file di configurazione, che ovviamente varia per ogni utente che lo utilizza, essendo ~/.gnome/balsa
. Alle volte può essere conveniente controllare e modificare direttamente il contenuto di questo file, senza passare per la procedura grafica, perché questa può far perdere di vista ciò che in realtà si sta cercando di modificare.
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Purtroppo, è possibile commettere degli errori di configurazione, anche attraverso la guida grafica offerta dal programma stesso. In presenza di errori gravi, si compromette il funzionamento di Balsa e l'unico modo per rimediare è intervenire a mano nel file di configurazione, osservando intuitivamente il significato delle direttive contenute. |
Osservando l'esempio di file di configurazione mostrato, si intuisce l'importanza di cinque cartelle di posta:
inbox è la cartella dei messaggi ricevuti;
outbox è la cartella dei messaggi accodati per la spedizione, che per qualche ragione non sono ancora stati inviati attraverso un servente SMTP (forse in attesa della connessione);
sentbox è la cartella dei messaggi spediti, esclusi quelli che si trovano ancora nella cartella outbox;
draftbox è la cartella dei messaggi il cui invio è stato ritardato volontariamente, per consentire una continuazione in un momento successivo;
trash è la cartella in cui vengono salvati inizialmente i messaggi destinati all'eliminazione.
Oltre alle cartelle standard, tutti i file contenuti nella directory definita dalla direttiva LocalMailDir (normalmente corrisponde a ~/mail/
), che non sono abbinati ad alcuna cartella particolare, diventano cartelle ulteriori, con lo stesso nome del file relativo.
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In questa sezione si vuole mostrare in che modo si possono configurare Mailx, Nail, Pine, Mutt e per consentire il loro utilizzo in modo indifferente, sulle stesse cartelle di messaggi.
Per prima cosa si deve decidere in quale directory devono essere contenuti i file, in formato mailbox, delle cartelle. Si suppone di usare la directory ~/mail/
per tutti gli utenti del sistema, stabilendo anche che la posta in ingresso viene consegnata nel file ~/mail/inbox
.
In generale, per informare della presenza della cartella dei messaggi in ingresso basta impostare la variabile di ambiente MAIL. Per intervenire su tutti gli utenti si può intervenire nel file /etc/profile
(nel caso di una shell compatibile con quella di Bourne), come in questo esempio:
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Naturalmente, si deve provvedere a configurare anche il sistema di consegna locale dei messaggi, in modo che funzioni così, altrimenti la posta potrebbe risultare inserita in file all'interno della directory /var/mail/
, o /var/spool/mail/
, nonostante tutte le buone intenzioni.
Il passo successivo è la definizione di alcune cartelle, più o meno standard. Per esempio è necessario stabilire la collocazione della posta inviata, di quella che è in coda e di quella che è stata solo abbozzata (iniziata ma non completata). Si potrebbe stabilire questa associazione:
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Non tutti i programmi che si intendono utilizzare richiedono tutte queste cartelle, ma almeno sono in grado di accedervi.
Si può stabilire anche l'uso di un file contenente una «firma», ovvero alcune righe da accodare a tutti i messaggi che vengono trasmessi. Per esempio, si può stabilire che debba trattarsi del contenuto del file ~/.signature
.
Segue la porzione di configurazione da usare sia per il file /etc/mail.rc
, sia per /etc/nail.rc
, in favore di Mailx e di Nail:
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In questo modo, Mailx e Nail traggono la posta in ingresso dal file ~/mail/inbox
, perché così è annotato nella variabile di ambiente MAIL; inoltre i messaggi letti e quelli trasmessi vengono inseriti correttamente nelle cartelle previste. L'accesso alle altre cartelle di messaggi risulta comunque facilitato perché è stata indicata la directory ~/mail/
in modo predefinito.
Nel caso particolare di Nail, si può aggiungere anche l'indicazione del file da usare come firma:
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Per quanto riguarda Pine, si potrebbe intervenire nel file /etc/pine.conf
, o addirittura in /etc/pine.conf.fixed
, se si vuole evitare che gli utenti possano commettere degli errori di configurazione:
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Per quanto riguarda Mutt, si può intervenire nel file /etc/Muttrc
:
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Eventualmente, se si vuole evitare che Mutt sposti la posta letta in modo automatico nella cartella relativa, è sufficiente indicare per questo la stessa cartella dei messaggi in ingresso:
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Purtroppo, per Balsa non è facile definire una configurazione generale; quello che segue è il file ~/.gnome/balsa
che l'utente tizio potrebbe utilizzare inizialmente, coerentemente con quanto già definito:
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I file delle cartelle di posta elettronica in formato mailbox, sono file di testo organizzati secondo una certa struttura. All'interno di questi file è possibile eseguire delle ricerche con Grep, ma il vero problema è quello di identificare il messaggio che contiene la stringa o l'espressione cercata. Per questo conviene usare invece Grepmail, (12) ovvero un programma Perl che restituisce il messaggio intero e non soltanto la riga che corrisponde al modello di ricerca.
Grepmail non si limita a questo, consentendo anche una ricerca selettiva nel corpo dei messaggi, nell'oggetto, escludendo eventualmente gli allegati. Il suo utilizzo più semplice è quello rappresentato dall'esempio seguente:
$
grepmail "Tizi[oa]" ~/mail/sentbox | less
[Invio]
In questo caso si cercano tutti i messaggi contenuti nel file ~/mail/sentbox
che corrispondono in qualche modo con l'espressione regolare Tizi[oa]. Con l'ausilio di less, si scorrono facilmente sullo schermo.
Trattandosi di un programma scritto in Perl, le espressioni regolari che si possono utilizzare devono avere le caratteristiche di questo linguaggio di programmazione. |
grepmail [opzioni] [-e] espressione_regolare [file_cartella_messaggi]... |
Il modello sintattico mostra due particolarità: l'espressione regolare può essere indicata da sola oppure come argomento dell'opzione -e; i file delle cartelle dei messaggi possono essere forniti come argomenti finali della riga di comando, ma in loro mancanza, viene letto lo standard input. La tabella 225.43 riepiloga le altre opzioni più importanti.
|
Vengono mostrati solo alcuni esempi.
$
grepmail -h -i "From: .*pinco@dinkel.brot.dg" ~/mail/* | less
[Invio]
Cerca tutti i messaggi nella directory ~/mail/
che sono stati inviati presumibilmente da pinco@dinkel.brot.dg
. Il risultato viene fatto scorrere con l'aiuto di less.
$
grepmail -h -i "From: .*pinco@dinkel.brot.dg" ~/mail/* > pinco
[Invio]
$
grepmail -h -i -v "From: .*pinco@dinkel.brot.dg" ~/mail/* > altri
[Invio]
I due comandi servono a estrarre tutti i messaggi provenienti presumibilmente da pinco@dinkel.brot.dg
, per generare il file pinco
, mettendo tutto il resto in un file denominato altri
.
$
grepmail -h -d "since 7 days ago" -i
\
\-e "From: .*pinco@dinkel.brot.dg" ~/mail/* | less
[Invio]
Cerca tutti i messaggi nella directory ~/mail/
che sono stati inviati presumibilmente da pinco@dinkel.brot.dg
entro gli ultimi sette giorni. Il risultato viene fatto scorrere con l'aiuto di less.
Una discreta quantità di programmi accede al file usato come cartella dei messaggi in ingresso per dare delle informazioni all'utente. Generalmente si tratta di programmi che avvisano quando viene aggiunto un messaggio nuovo alla cartella, ma può trattarsi anche di qualcosa di diverso.
Tra questi programmi varrebbe la pena di annotare anche biff, che ha lo scopo di avvisare l'utente quando arriva un messaggio nuovo, mostrando anche qualche informazione sul messaggio stesso. Tuttavia, biff richiede la presenza di un demone, corrispondente al programma comsat, il quale deve essere avvisato della consegna di ogni messaggio, da parte del MDA locale. Questo meccanismo fa sì che la predisposizione del funzionamento di biff sia più complicata che utile. |
Il programma from (13) si limita a leggere il file che dovrebbe costituire la cartella dei messaggi in ingresso (di solito si tratta di /var/mail/utente
o del nome contenuto nella variabile di ambiente MAIL), mostrando un elenco dei mittenti dei messaggi stessi:
from [opzioni] [utente] |
Attraverso le opzioni è possibile limitare l'interesse ai messaggi provenienti da un certo mittente, oppure è possibile dichiarare quale file usare per il controllo della posta.
|
Vengono mostrati alcuni esempi, senza spiegazione, in cui si usa from con opzioni diverse:
$
from -c
[Invio]
There are 7 messages in your incoming mailbox. |
$
from
[Invio]
From tizio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 07:58:41 2004 From caio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 07:59:16 2004 From sempronio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 08:21:08 2004 From mevio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 08:27:59 2004 From filano@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 08:30:47 2004 From martino@roggen.brot.dg Mon Sep 13 08:10:21 2004 From calpurnio@roggen.brot.dg Mon Sep 13 08:10:27 2004 |
$
from -s dinkel
[Invio]
From tizio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 07:58:41 2004 From caio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 07:59:16 2004 From sempronio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 08:21:08 2004 From mevio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 08:27:59 2004 From filano@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 08:30:47 2004 |
$
from -s tizio
[Invio]
From tizio@dinkel.brot.dg Sat Sep 11 07:58:41 2004 |
$
from -f mail/sentbox
[Invio]
From daniele Tue Apr 20 07:48:08 2004 From daniele Wed May 5 14:21:49 2004 From daniele Wed May 5 14:23:10 2004 |
Appunti di informatica libera 2006.07.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
1) Sendmail software non libero: non è consentita la commercializzazione a scopo di lucro
2) Sendmail software non libero: non è consentita la commercializzazione a scopo di lucro
3) La tradizione richiede che l'eseguibile sendmail sia collocato nella directory /usr/lib/
, ma dal momento che questo fatto va in contrasto con la logica di una gerarchia ordinata del file system, in pratica si tratta solitamente di un collegamento simbolico a un eseguibile che si trova in una posizione più appropriata.
4) Ci sono altri MTA, simili a Sendmail, che utilizzano questo file senza bisogno di trasformazioni.
5) In effetti, la directory /var/spool/mqueue/
e il suo contenuto non possono essere accessibili agli utenti comuni, altrimenti i messaggi in partenza potrebbero essere letti.
6) Naturalmente, questo discorso vale se si sta usando un servente SMTP locale per ottenere l'invio del messaggio.
9) Pine software non libero: non è consentita la distribuzione di versioni modificate
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome utilizzo_e_gestione_elementare_della_posta_elettronica.htm
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