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LTSP(1) è il nome di un sistema completo per la gestione di terminali senza disco fisso, sia a caratteri, sia grafici. La sigla sta per Linux terminal server project, a sottolineare il fatto che si tratta di un lavoro progettato principalmente per i sistemi GNU/Linux
Il sistema LTSP si compone di un pacchetto di programmi iniziale, denominato generalmente ltsp-utils, da installare in un sistema GNU/Linux standard, con il quale si predispone la struttura di directory necessaria, si scaricano e si installano i pacchetti specifici del sistema LTSP, si configurano i servizi accessori necessari presso l'elaboratore che ospita LTSP.
Il funzionamento di LTSP dipende dalla disponibilità di altri servizi: DHCP (capitolo 205), TFTP (capitolo 209), NFS (capitolo 203), XDMCP (capitolo 157).
Nella situazione più semplice, si installa LTSP in un elaboratore che offre anche tutti i servizi necessari, compresa la condivisione del sistema grafico attraverso il protocollo XDMCP. Così facendo, salvo scelte locali particolari, il sistema LTSP viene installato a partire dalla directory /opt/ltsp/
e i file del kernel, necessari per l'avvio dei terminali remoti, nella directory /tftpboot/lts/
. Inoltre, il file /etc/ltsp.conf
si aggiunge per tenere traccia di alcune impostazioni generali del sistema LTSP.
Perché LTSP possa funzionare, è necessario che alcuni servizi siano disponibili, possibilmente presso lo stesso elaboratore in cui si installa il sistema LTSP. I programmi di servizio di LTSP, con i quali si predispone il sistema, sono in grado di controllare la configurazione della maggior parte dei servizi che sono necessari; tuttavia, è bene rendersi conto di cosa serve a LTSP, per ridurre la probabilità che si verifichino dei problemi.
Il servizio DHCP deve essere configurato in modo tale da poter assegnare un gruppo di indirizzi IPv4 validi nella rete in cui si intende operare; inoltre è necessario sapere dove inizia il sistema per i terminali remoto e occorre fornire l'indicazione del file da usare per l'avvio. L'esempio seguente rappresenta una situazione abbastanza completa e generalizzata, dove si può osservare che tutti i servizi pubblicati sono residenti nella stessa macchina con indirizzo 172.17.1.254; il file in questione è /etc/dhcp3/dhcpd.conf
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A seconda di come si vuole avviare i terminali, la direttiva filename potrebbe essere sostituita come nell'esempio seguente, che si riferisce al caricamento dello stesso tipo di kernel:
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Nella configurazione del servizio DHCP, quando si usa il pacchetto di ISC, occorre considerare il problema delle interfacce di rete con indirizzi multipli, attraverso degli «alias» del tipo: eth0:1. In pratica, il demone che fornisce il servizio vuole sapere in quali interfacce di rete operare, ma deve trattarsi di interfacce indicate normalmente (senza alias). Tuttavia, se l'indirizzo IPv4 assegnato all'interfaccia non fa parte della rete di cui fanno parte invece gli indirizzi «affittati» dal servizio, c'è il rischio che i terminali remoti non possano usare correttamente il protocollo TFTP per caricare il kernel o qualunque altro file necessario per l'avvio. Si veda eventualmente la sezione 205.2.2 per un chiarimento di questo problema.
Il servizio TFTP serve per fornire i file necessari alla prima fase di avvio dei terminali remoti. Generalmente il servizio viene configurato in modo tale da offrire l'accesso esclusivamente alla gerarchia /tftpboot/
, specificando anche l'opzione -s all'avvio del programma tftpd.
Generalmente, il programma tftpd viene controllato dal supervisore dei servizi di rete; nel caso particolare di Inetd, si deve provvedere a sistemare il file /etc/inetd.conf
aggiungendo la riga seguente:
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Nell'esempio di configurazione mostrato per il servizio DHCP, appare la direttiva seguente, per specificare il file del kernel da caricare inizialmente:
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Questa direttiva di DHCP implica il fatto che il servizio TFTP intenda invece il file /tftpboot/lts/vmlinuz-2.6.9-ltsp-3
, proprio attraverso l'opzione -s per il programma tftpd.
Nella sezione che riepiloga la configurazione del DHCP appare anche la possibilità di caricare un file diverso per l'avvio, attraverso il quale si arriva poi a far caricare il kernel al terminale:
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In questo caso, il servizio TFTP deve offrire dei comandi speciali, altrimenti l'avvio del terminale si ferma con una segnalazione di errore in cui si sottolinea il fatto che il servizio TFTP non accetta l'opzione tsize. A titolo di esempio, nella distribuzione GNU/Linux Debian, il pacchetto adatto a offrire il servizio TFTP con l'opzione tsize è denominato tftpd-hpa. Tuttavia, nella configurazione del supervisore dei servizi di rete occorre cambiare qualcosa perché funzioni regolarmente; l'esempio seguente si riferisce sempre al file /etc/inetd.conf
di Inetd:
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Il sistema LTSP viene avviato presso i terminali remoti che innestano un file system di rete, offerto tramite il protocollo NFS.
Il servizio NFS viene configurato notoriamente tramite il file /etc/exports
per stabilire cosa rendere accessibile all'esterno. Supponendo che i terminali remoti si trovino a utilizzare indirizzi del tipo 172.17.17.*, si tratta di aggiungere le direttive seguenti al file /etc/exports
:
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La condivisione di /opt/ltsp/i386/home/
è opzionale, nel caso, per qualche motivo, fosse utilizzata.
Per maggiore comodità, può essere utile attribuire un nome ai nodi terminali, attraverso il file /etc/hosts
ed eventualmente anche attraverso un servizio DNS. Non è strettamente necessario, ma può essere utile farlo.
Lo scopo principale di LTSP è quello di avviare presso i terminali un sistema grafico che si colleghi a un servizio XDMCP; pertanto, è fondamentale che questo servizio sia disponibile effettivamente. Il servizio di accesso remoto grafico XDMCP viene offerto da diversi display manager, per esempio da Xdm (si veda il capitolo 157 al riguardo).
Bisogna osservare che i programmi come Xdm, che servono per eseguire l'accesso al sistema direttamente attraverso la grafica, sono configurati in modo predefinito per ignorare completamente le richieste provenienti dalla rete, attraverso il protocollo XDMCP; pertanto, in questo caso occorre provvedere ad abilitare gli accessi.
I programmi di servizio di LTSP sono in grado di modificare la configurazione del programma che viene usato per l'accesso al sistema in modo grafico, comunque conviene vedere almeno un esempio con Xdm.
Il file di configurazione /etc/X11/xdm/xdm-config
contiene l'elenco degli altri file utilizzati e di altre opzioni; in particolare una direttiva che impedisce l'accesso, che in questo caso va tolta o isolata con un commento:
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Il file /etc/X11/xdm/Xservers
dovrebbe permettere di controllare l'avvio locale del servizio di autenticazione grafica. Probabilmente, l'elaboratore che deve offrire il servizio XDMCP non è inteso per essere usato da un utente locale, pertanto si possono eliminare le direttive che attivano una sessione locale:
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Il file /etc/X11/xdm/Xaccess
dovrebbe servire a delimitare l'accessibilità del servizio XDMCP offerto. La direttiva dell'esempio seguente abilita l'accesso a qualunque indirizzo:
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L'installazione di LTSP nell'elaboratore ospite avviene attraverso un pacchetto, denominato LTSP utilities, che in pratica potrebbe corrispondere a ltsp-utils. Questo pacchetto di programmi viene installato nel sistema, come altri pacchetti applicativi; quindi, si procede all'utilizzo di ltspadmin:
#
ltspadmin
[Invio]
Si ottiene un menù come nella schermata seguente:
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Le voci del menù hanno questo significato:
Install/Update LTSP Packages
}seleziona la funzione di installazione e di aggiornamento dei pacchetti del sistema LTSP;
Configure the installer options
}seleziona l'origine dei pacchetti di LTSP e consente di specificare eventualmente se occorre avvalersi di una cache proxy;
Configure LTSP
}configura il sistema LTSP e, per quanto possibile, i servizi su cui si basa.
Come si può intuire, la prima operazione da compiere dovrebbe essere quella che appare al secondo posto nel menù; tuttavia, la prima volta che si esegue la funzione di installazione, se già la configurazione dell'accesso ai pacchetti non è stata richiesta, questa viene eseguita automaticamente.
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Generalmente, la configurazione dell'accesso ai pacchetti di LTSP si risolve con la semplice accettazione di quanto appare essere predefinito. Queste informazioni vanno a fissarsi nel file /etc/ltsp.conf
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Quando si seleziona la funzione di installazione e aggiornamento dei pacchetti di LTSP, occorre disporre di un collegamento attivo alla rete esterna, così si ottiene una schermata contenente l'elenco dei pacchetti, dove è possibile fare una scelta, come avviene con una distribuzione GNU/Linux tipica. In condizioni normali, se il sistema ospitante ha spazio a sufficienza nel proprio file system, conviene selezionare tutto, utilizzando come comando la pressione della lettera «A» (all).
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Quando si esce dalla schermata di selezione (con la pressione della lettera «Q», che sta per quit), i pacchetti selezionati vengono installato o aggiornati.
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I pacchetti raccolti vengono depositati nella directory |
Terminata l'installazione, si deve passare per la fase di configurazione, anche se tutto è già stato preparato dall'amministratore, per ospitare correttamente il sistema LTSP. Inizialmente viene eseguito un controllo di massima della situazione attiva.
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Successivamente, si passa a un altro menù, dal quale è possibile richiedere la configurazione automatica dei servizi necessari a LTSP.
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Come si vede dalla figura, si tratta di scegliere tra le lettere «S» e «C», per visualizzare la configurazione esistente o per passare a un altro menù dettagliato di configurazione. Ammesso di avere già provveduto, almeno in parte, alla configurazione dei servizi di cui LTSP richiede la presenza, conviene vedere inizialmente lo stato della configurazione esistente (lettera «S»).
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Nel riepilogo della configurazione si può osservare che viene evidenziato in che modo funziona il demone tftpd (se con l'opzione -s o meno), per sapere come configurare il servizio DHCP in relazione al percorso da indicare per il kernel o per qualunque altro file di avvio.
Se lo si ritiene utile, o necessario, si può passare al menù dettagliato di configurazione (lettera «C»). Lì, alcune delle funzioni che si vedono modificano direttamente dei file di configurazione, anche se le direttive aggiunte o modificate vengono evidenziate da commenti appropriati; altre funzioni generano il prototipo di un file di configurazione, distinto in base a un'estensione appropriata. Bisogna leggere i messaggi che vengono generati per sapere cosa è stato ottenuto e comunque è bene verificare sempre.
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Al termine della configurazione, anche se si intende usare il sistema LTSP presso i terminali in modo predefinito (ammesso che sia possibile), è sempre necessario rivedere il contenuto del file /opt/ltsp/i386/etc/lts.conf
. Questo file rappresenta in pratica la configurazione del sistema LTSP in funzione presso i terminali. Si osservi l'esempio seguente, ottenuto dopo una modifica manuale:
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Con questa configurazione di esempio si intende che tutti i terminali hanno caratteristiche compatibili, per esempio, tutti utilizzano un'unità di puntamento ti tipo PS/2 (normale o con rotella) collegata alla porta che corrisponde al file di dispositivo /dev/psaux
.
La direttiva SERVER stabilisce quale elaboratore deve fornire i servizi al terminale: XDMCP, DNS e altro. Questo elaboratore potrebbe essere uno diverso da quello che offre invece i servizi necessari per l'avvio (DHCP, TFTP), ma in tal caso occorre utilizzare altre direttive specifiche per ogni tipo di servizio.
Le direttive SCREEN_0n servono a indicare lo script da usare per avviare una sessione sulla console virtuale n del terminale. Gli script in questione si trovano nella directory /opt/ltsp/i386/etc/screen.d/
. Intuitivamente si comprende che, in questo caso, la prima console ospita la grafica, la seconda una sessione TELNET (diretta all'elaboratore indicato nella direttiva SERVER), la terza una shell locale.
Si osservi che per poter disporre di più di tre console virtuali, occorre intervenire nel file |
Il protocollo usato per la gestione della tastiera dipende dalla configurazione del servente. In questo caso, si suppone che presso l'elaboratore 172.17.1.254, il file di configurazione di X (/etc/X11/XF86Config*
, /etc/X11/xorg.conf
, ecc.) contenga le direttive seguenti:
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Nella documentazione originale di LTSP si possono trovare molti altri esempi di configurazione, soprattutto con la possibilità di specificare i dettagli di alcuni terminali particolari; inoltre, il file /opt/ltsp/i386/etc/lts.conf.readme
contiene la descrizione di tutte le direttive disponibili. A titolo di esempio ulteriore, viene trasformata la configurazione già mostrata in modo da specificare l'origine di ogni tipo di servizio:
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Linux terminal server project
Installation de Linux Terminal Server (LTSP 4.1) sur une Debian Testing
Appunti di informatica libera 2006.07.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome introduzione_a_ltsp.htm
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