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A partire dal livello «III» nanoLinux dispone di un servente X per l'uso di applicazioni grafiche. È previsto soltanto il gestore di finestre Fvwm, senza un gestore di sessione.
Se si vuole utilizzare la grafica, la si deve avviare manualmente, ma durante il funzionamento da CD o da DVD, ciò è consentito solo agli utenti comuni:
$
startx
[Invio]
Se si vuole permettere a un docente di controllare il proprio lavoro da una stazione remota, conviene usare sharedx (si tratta di uno script che si avvale di VNC):
$
sharedx
[Invio]
Si osservi che, sia startx, sia lo script sharedx, se avviati dal CD o da DVD, non devono essere messi sullo sfondo, perché richiedono un'interazione con l'utente, allo scopo di selezionare le caratteristiche del proprio hardware, o almeno di confermare le opzioni predefinite. Negli esempi che appaiono nelle figure successive si suppone di avviare uno di questi due comandi, proprio da CD o da DVD.
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Si può osservare che prima dell'elenco appare la descrizione dell'adattatore grafico, ottenuta dalle informazioni sul bus PCI.
Oltre alla richiesta del tipo di adattatore grafico, lo script si occupa di chiedere quale tipo di mappa per la tastiera si intende utilizzare durante il funzionamento della sessione di lavoro grafica. La prima voce suggerita dipende da una configurazione precedente o dall'impostazione della variabile di ambiente LANG:
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Si osservi che viene richiesto per due volte di specificare la mappa: la prima volta si tratta di quella principale, la seconda di quella alternativa. La necessità di avere due mappe si avverte quando si usa una lingua che si basa su un alfabeto non latino, perché ci può essere sempre il momento in cui si devono impartire dei comandi al sistema operativo, ma in quel caso la possibilità di scrivere con l'alfabeto latino è indispensabile. Per passare da una mappa all'altra, durante il funzionamento, è disponibile la combinazione di tasti [Alt Maiuscole].
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Si passa quindi a specificare la risoluzione in abbinamento alle frequenze di scansione. Anche in questo caso, la prima voce suggerita dipende da una configurazione precedente:
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La risoluzione che si dovrebbe ottenere è annotata a fianco di ogni voce. Sono disponibili diversi intervalli di frequenze e diverse profondità di colori, ma si deve fare attenzione a non superare i limiti fisici del monitor, per non danneggiarlo.
Quando si utilizza nanoLinux installato in un disco normale, lo script startx funziona come sempre, senza chiedere alcunché; pertanto, se si vuole configurare X occorre usare il comando nanorc x config, con i privilegi dell'utente root:
#
nanorc x config
[Invio]
Le domande a cui occorre rispondere sono le stesse già mostrate, ma in tal caso è sufficiente farlo una volta sola.
Una volta installato nanoLinux, è bene configurare X, come già accennato, utilizzando il comando nanorc x config con i privilegi dell'utente root. Tuttavia, gli utenti comuni, senza privilegi, possono utilizzare ugualmente questo comando per definire la propria configurazione particolare (di solito per lavorare con una maggiore o minore risoluzione dello schermo), che viene salvata nel file ~/.xorg.conf.indirizzo_ipv4
e nel file ~/.xorg.conf
. In questo modo, gli utenti di una rete che dispongono della propria directory personale in un file system di rete, sono in grado di annotare una configurazione particolare per ogni elaboratore a cui hanno accesso.
In condizioni normali, in un sistema GNU/Linux si utilizza la variabile LANG o le variabili LC_* per dichiarare il linguaggio preferito e le convenzioni locali. La scelta di un linguaggio implica anche quella di una codifica appropriata per la rappresentazione dei caratteri a video e per la scrittura dei file di testo, ma dal momento che la gestione della console di un sistema GNU/Linux è in grado di gestire un numero limitato di caratteri per lo schermo e dato che molti programmi non si adattano bene alle codifiche che utilizzano più di un byte per carattere, nanoLinux adotta uno strattagemma.
nanoLinux introduce l'uso della variabile di ambiente LANG_FOR_X, con la quale si può specificare una configurazione specifica per l'uso dell'ambiente grafico. Per esempio, si potrebbe gestire la console secondo le convenzioni statunitensi (en_US.UTF-8), mentre si può impostare la grafica per la lingua e le convenzioni della Russia (ru_RU.UTF-8). Per evitare di fare confusione, all'inizio del menù grafico di Fvwm appare l'indicazione della codifica in funzione.
Dal momento che nanoLinux prevede una configurazione locale adatta anche a lingue che si scrivono con un alfabeto non latino, quando si vuole configurare la mappa della tastiera per una lingua del genere, c'è poi il problema di scrivere comandi o direttive che invece richiedono l'alfabeto latino. Per ridurre gli inconvenienti dovuti a queste esigenze, la configurazione della mappa della tastiera con il sistema grafico, prevede sempre la selezione di una coppia: una mappa principale e una alternativa.
In base alla logica prevista, la mappa principale dovrebbe essere quella che consente di scrivere con l'alfabeto latino; probabilmente, se la propria lingua non lo prevede, la mappa principale potrebbe essere quella statunitense. Successivamente, durante il funzionamento è sempre possibile cambiare la mappa alternativa. Per esempio, se la mappa principale, già selezionata in fase di configurazione, è quella italiana (it), dal menù si può selezionare la sequenza di voci seguenti per avere una mappa alternativa in greco:
{system, terminals, configuration
},
{$ setxkbmap -rules xorg
},
{-model pc105 -options "" -options "grp:alt_shift_toggle"
},
{-layout it,el
}.
Per passare dalla mappa principale a quella alternativa è sufficiente la combinazione di tasti [Alt Maiuscole], oppure, si può anche «scambiare» le mappe con la voce {keymap groups
} del menù principale.
Si può ottenere la visualizzazione della mappa attiva principale, procedendo così:
{system, terminals, configuration
},
{$ xkbprint
},
{-color -labels symbols -pict all -ll 1 :n
}
(oppure {-color -labels symbols -pict all -ll 3 :n
} per le funzioni del terzo e quarto livello della tastiera).
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La maggior parte delle mappe prevede l'uso del tasto [AltGr] per passare al terzo livello (per esempio, quello che nella disposizione italiana consente di ottenere la chiocciola, il cancelletto, le parentesi quadre e il simbolo dell'euro). Si veda anche quanto scritto a partire dal capitolo 151 sulla configurazione e sull'uso della tastiera con X.
nanoLinux consente di configurare al volo la mappa della tastiera, per tutte le lingue che prevedono un numero limitato di caratteri. Quando si ha a che fare con lingue asiatiche con molti caratteri, quale è il caso del cinese, occorre avvalersi di quello che è noto come «metodo di inserimento intelligente».
A partire da nanoLinux IV, all'avvio di X viene avviata anche una copia del demone scim, per facilitare l'inserimento di un testo utilizzando i caratteri di varie lingue asiatiche. Per attivare o disattivare questa funzione speciale, si utilizza la combinazione di tasti [Ctrl Spazio], quando è attiva l'applicazione con la quale si è in fase di scrittura. Tuttavia, la combinazione di tasti [Ctrl Spazio] non funziona sempre, perché alcuni programmi richiedono espressamente che sia stata predisposta una configurazione locale appropriata (per esempio zh_CN.UTF-8).
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È bene osservare che, qualunque metodo di inserimento intelligente sia stato scelto, per ottenere il risultato occorre che la configurazione della tastiera preveda l'uso dell'alfabeto latino.
Quando si avvia un programma, possono verificarsi dei problemi, che normalmente vengono segnalati attraverso lo standard error. Tuttavia, durante il funzionamento in modalità grafica si tendono a perdere tali messaggi, perché questi programmi sono avviati attraverso un menù e non un terminale comune. Per ovviare a questo inconveniente, la configurazione particolare di nanoLinux è organizzata in modo da mostrare lo standard output e lo standard error generato dal gestore di finestre, attraverso un terminale senza titolo, che appare in basso, di solito in modo trasparente rispetto all'immagine dello sfondo.
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I messaggi che appaiono si possono scorrere all'indietro (anche con l'uso della rotellina del mouse, se disponibile), la finestra dei messaggi può essere ridimensionata e spostata altrove, può anche essere eliminata ed eventualmente può essere riavviata con la funzione {standard output and error window
} che si trova tra le prime voci del menù.
Il menù previsto per nanoLinux è organizzato in modo tale da facilitare l'avvio di alcune funzioni e programmi privilegiati, lasciando comunque la possibilità di accedere al menù predefinito dalla distribuzione Debian. Nella maggior parte dei casi, quando si tratta di funzioni o di programmi privilegiati, nel menù sono previsti degli accorgimenti, come per esempio quello di mostrare un terminale trasparente con l'elenco dei processi più attivi, al momento dell'avvio delle applicazioni che ci mettono un po' di tempo prima di mostrarsi all'utente.
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La configurazione attraverso nanorc x config non prevede l'indicazione del tipo di mouse, perché si utilizzano le informazioni trasmesse dal demone gpm; pertanto, la configurazione corretta di questo demone garantisce anche il funzionamento con X.
L'utente comune non ha la possibilità di configurare definitivamente la velocità o l'accelerazione del puntatore del mouse; per queste e altre cose simili deve usare ogni volta il comando xset, per il quale appare qualche esempio nel menù di nanoLinux.
Lo script xinitrc, all'avvio del sistema grafico fa una serie di operazioni, tra le quali determina se applicare un colore allo sfondo, oppure se deve caricare un'immagine; tutto questo in base alla configurazione. Questa configurazione è costituita dai file ~/.backgroundcolor
e ~/.wallpaper
; il primo serve a contenere il nome del colore da usare per lo sfondo, il secondo è l'immagine da caricare al posto di un colore uniforme. Se sono presenti entrambi i file, prende il sopravvento l'immagine, quindi si applica il colore; se manca tutto, viene utilizzato un colore predefinito per lo sfondo.
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Per definire il colore o l'immagine dello sfondo si possono usare le voci del menù di Fvwm; in particolare, per la selezione dell'immagine, è prevista la scansione del contenuto della directory /etc/background/
e della directory personale dell'utente, alla ricerca di file con alcune estensioni tipiche.
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Per selezionare un file da applicare allo sfondo, si può usare anche il comando nanorc xbackpicture select:
#
nanorc xbackpicture select
[Invio]
Con questo comando vengono letti i file che hanno delle estensioni note, dalla directory corrente; pertanto, prima di usarlo, occorre verificare di essere dove ci sono file adatti a essere utilizzati come sfondo:
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Per eliminare un'immagine dallo sfondo, basta cancellare il file ~/.wallpaper
, oppure si utilizza il comando nanorc xbackpicture remove, oppure si cambia sfondo attraverso il menù di Fvwm.
Alcuni programmi per Gnome prevedono la presenza di un cestino e di una scrivania (desktop), che si concretizzano in pratica nelle directory ~/.Trash/
e ~/Desktop/
. Attraverso il menù di Fvwm si cerca di scoraggiare l'uso di Nautilus come scrivania; tuttavia ci può essere la necessità di accedere a queste directory. Per rendere nota la loro presenza, nel menù di Fvwm appaiono delle voci che avviano Nautilus con le opzioni appropriate per raggiungerle.
Generalmente, con i programmi per il fotoritocco è possibile attivare una funzione per la cattura dell'immagine che appare sullo schermo o solo nell'ambito di una certa finestra. Tuttavia, questa operazione può essere laboriosa, mentre ci sono situazioni in cui poter salvare o stampare qualcosa che si vede attraverso il sistema grafico è importante. Per fare un esempio concreto, ci sono programmi che non dispongono di una funzione di stampa, come Geg (capitolo 175) e in tal caso, la realizzazione di una foto dello schermo è l'unica possibilità di conservare qualcosa.
Nel menù di Fvwm appare una voce per la cattura delle immagini, che, a seconda dei casi, crea un file nella directory personale dell'utente, oppure invia alla stampa il risultato. Una volta selezionata la funzione preferita, occorre puntare la finestra da catturare, oppure lo sfondo se si vuole un'immagine che comprenda tutta la superficie, quindi premere una volta il primo tasto del mouse.
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Quando si sceglie di salvare l'immagine in un file, si viene avvisati del nome utilizzato, che comunque corrisponde a un modello del tipo: screen.nn.jpg
.
La barra delle applicazioni, che di solito appare nella parte inferiore della superficie grafica, contiene dei «bottoni» per accedere rapidamente a funzioni importanti. In particolare, sono presenti due bottoni con la lettera «t» per avviare un terminale; la differenza sta nel fatto che il primo contiene una shell di login e come tale rilegge la configurazione come quando si accede al sistema.
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La configurazione di X è contenuta nel file /etc/X11/xorg.conf
; il file /etc/X11/xorg.conf.vesa
contiene la stessa configurazione e serve come modello quando si aggiorna il file /etc/X11/xorg.conf
.
La configurazione di partenza, si riferisce a un adattatore grafico VESA, dove si tentano di visualizzare 1 024×768 punti a una profondità di 16 bit (216 colori). Si veda la parte xxvi a proposito del sistema grafico X e della configurazione di X.
Per garantire che venga avviato il gestore di finestre Fvwm è stato modificato il file /etc/X11/xinit/xinitrc
e per garantire che rimanga così, nella directory /etc/X11/xinit/
ne è disponibile una copia di scorta che viene ricopiata automaticamente per opera dello script /etc/init.d/rc.nano
.
Per quanto riguarda la configurazione del gestore di finestre Fvwm, anche questa è stata riscritta (il file /etc/X11/fvwm/system.fvwm2rc
) e lo script /etc/init.d/rc.nano
provvede a mantenerla come disposto per nanoLinux, attraverso una sua copia.
Se si gradisce questo tipo di impostazione, le modifiche per il menù di Fvwm vanno apportate precisamente nel file /etc/X11/fvwm/system.fvwm2rc.nanoLinux3
.
A proposito del menù di Fvwm realizzato per nanoLinux, si può osservare che, nella maggior parte dei casi, le voci non sono descrittive, ma contengono semplicemente il comando che andrebbe usato da un terminale a caratteri per avviare il programma. Per esempio, per avviare Iptraf è necessario disporre dei privilegi dell'utente root, pertanto appare il comando: su root iptraf. Questo tipo di impostazione serve a ridurre il distacco tra l'utilizzo del sistema a riga di comando e un utilizzo esclusivamente visuale-intuitivo.
In condizioni normali, la grafica si presenta con un colore di fondo uniforme e la barra inferiore di Fvwm. Per consentire l'individuazione immediata dell'utenza utilizzata, a seconda dell'utente si ottiene un colore iniziale differente:
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Nel caso si tratti di un utente differente (ciò vale per quando si installa nanoLinux, il colore che si ottiene in modo predefinito è un blu, con una tonalità leggermente diversa da quella usata per l'utente martino.
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxvi dedicata alla gestione grafica.
Appunti di informatica libera 2006.07.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_e_x.htm
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