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Per poter accedere a un file system di un sistema Unix, occorre dare dei comandi precisi e generalmente conviene intervenire nella configurazione.
Per poter accedere ai dati di un'unità di memorizzazione organizzata con un file system, è necessario prima innestare o inserire (mount), il suo file system in quello globale.
Prima di estrarre una di queste unità, o comunque, prima di poter spegnere un elaboratore, occorre eseguire l'operazione opposta di distacco (unmount).
In un sistema GNU/Linux devono essere necessariamente innestati il file system principale (root) e il file system virtuale /proc/
, che però non fa capo ad alcuna unità fisica.
Se si utilizzano partizioni di scambio per la gestione della memoria virtuale, queste devono essere attivate con un'operazione concettualmente simile a quella dell'innesto di un file system, anche se poi non appaiono nella struttura generale del file system globale.
Quando si innesta un file system è necessario che il modo con cui questo è organizzato (cioè il tipo) sia riconoscibile e gestito dal kernel. Nella tabella 114.2, sono elencati i nomi che identificano i tipi di file system riconoscibili da un kernel Linux.
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L'innesto di un file system implica l'acquisizione di un file system estraneo in quello generale. Questo fatto può far sorgere problemi di sicurezza e di compatibilità con il sistema. L'elenco seguente dovrebbe dare l'idea di alcuni dei problemi connessi.
Il file system estraneo potrebbe non essere sicuro, di conseguenza si pone il problema di:
Il file system estraneo potrebbe contenere dati che non devono essere modificati; in tal caso conviene utilizzarlo in sola lettura per impedire l'alterazione del suo contenuto, anche solo accidentalmente.
Il file system estraneo potrebbe essere incompatibile con la struttura di un file system Unix. In tal caso, occorre trovare il modo di farlo assomigliare a questo, per esempio attribuendo a tutti i file gli stessi permessi e la proprietà a un utente e a un gruppo particolare.
Un'altra cosa da considerare sono i permessi della directory radice del disco che si va a innestare. Di per sé non c'è nulla di strano, se il file system che si innesta è in grado di gestire tali informazioni, basta usare i comandi normali, come chmod e chown per cambiarli, ma questo può confondere il principiante. In breve: quando si cambia la proprietà e i permessi di una directory sulla quale è stato innestato un altro file system, questi cambiamenti hanno effetto in quel file system.
In occasione dell'innesto di un file system si possono definire alcune opzioni allo scopo di modificarne il comportamento predefinito. Quello che segue è un elenco parziale delle opzioni disponibili. Inizialmente vengono mostrate le opzioni che riguardano generalmente i file system compatibili con i sistemi operativi Unix e possono essere utilizzate anche in presenza di file system differenti quando ciò può avere significato.
Vedere mount(8) e nfs(5).
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La tabella successiva riguarda i file system FAT, ovvero ciò che è alla base dei file system umsdos, msdos e vfat. Tuttavia, occorre ricordare che un file system UMSDOS emula un file system Unix, quindi non sono valide le opzioni seguenti nel caso specifico di questo tipo di file system.
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Per quanto riguarda l'opzione umask dei file system FAT, si ricorda il significato dei valori che possono essere attribuiti:
18 rappresenta un permesso di esecuzione;
28 rappresenta un permesso di scrittura;
48 rappresenta un permesso di lettura.
Di conseguenza:
38 rappresenta un permesso di scrittura e di esecuzione;
58 rappresenta un permesso di lettura e di esecuzione;
68 rappresenta un permesso di lettura e di scrittura;
78 rappresenta un permesso di lettura, scrittura e di esecuzione.
Bisogna fare attenzione però che il valore che si inserisce rappresenta un impedimento all'uso di quel permesso, di conseguenza, la maschera 0228 indica che è consentito al proprietario qualunque tipo di accesso (lettura, scrittura ed esecuzione), mentre agli altri utenti non è consentito l'accesso in scrittura.
Un caso particolare di opzione è loop che consente di accedere a file-immagine di dischi o partizioni. Questa particolarità viene descritta in un altro capitolo.
Il programma mount (1) permettere di innestare, un file system all'interno del sistema. Il programma opposto è umount e serve per staccare, un file system innestato precedentemente.
mount [opzioni] [dispositivo] [directory] |
La forma normale e più semplice di utilizzo di mount è la seguente:
mount -t tipo_di_file_system dispositivo punto_di_innesto |
In questo modo si richiede al kernel di innestare il file system del dispositivo specificato nella directory indicata (il punto di innesto).
Per conoscere la situazione dei dispositivi collegati attraverso questo sistema, si può usare la sintassi seguente:
mount [ -t tipo_di_file_system] |
Se viene specificato il tipo di file system, si ottiene un elenco limitato a quei dispositivi.
Il file system /proc/
non è associato ad alcun dispositivo speciale; pertanto, quando se ne vuole eseguire l'innesto, si può utilizzare un nome di dispositivo arbitrario, per esempio proc.
La maggior parte delle unità di memorizzazione sono indicate nel modo consueto utilizzando nomi di file di dispositivo (/dev/...
), ma ci possono essere altre possibilità, come quando si vuole innestare un file system di rete o NFS, dove si usa la forma nodo:/directory
.
Il file /etc/fstab
viene utilizzato per automatizzare l'innesto dei file system più importanti al momento dell'avvio del sistema. Questo viene letto utilizzando la forma seguente:
mount -a [ -t tipo_di_file_system] |
Di solito si trova una chiamata di questo tipo all'interno di uno degli script che compongono la procedura di inizializzazione del sistema (/etc/init.d/*
oppure /etc/rc.d/rc*
). La presenza del file di configurazione /etc/fstab
è utile anche per semplificare l'innesto (e così l'operazione inversa) di un file system che sia stato previsto al suo interno. Diventa sufficiente una delle due forme seguenti:
mount dispositivo |
mount punto_di_innesto |
In linea di principio, solo l'utente root può innestare un file system. Per permettere agli utenti comuni di innestare e staccare un'unità di memorizzazione (come nel caso di un CD-ROM o di un dischetto), la si può indicare nel file /etc/fstab
con l'opzione user. Nell'esempio seguente, si vede un record di /etc/fstab
attraverso il quale si definisce l'innesto facoltativo di un CD-ROM in sola lettura con la possibilità anche per gli utenti comuni di eseguire l'operazione:
|
In tal modo, qualunque utente ha la possibilità di eseguire uno dei due possibili comandi seguenti:
$
mount /dev/cdrom
[Invio]
$
mount /cdrom
[Invio]
La coppia di programmi mount e umount mantiene una lista dei file system innestati correntemente. Quando mount viene avviato senza argomenti si ottiene l'emissione del contenuto di questa lista.
Per approfondire l'utilizzo di mount, si veda anche la pagina di manuale mount(8).
|
Segue la descrizione di alcuni esempi.
#
mount -t ext3 /dev/hda2 /mnt
[Invio]
Innesta il file system di tipo Ext3 contenuto nella seconda partizione del primo disco fisso ATA, a partire dalla directory /mnt
.
#
mount -t vfat /dev/fd0 /floppy
[Invio]
Innesta il file system di tipo Dos-VFAT (Dos-FAT con le estensioni per i nomi lunghi) contenuto in un dischetto inserito nella prima unità, a partire dalla directory /floppy/
.
#
mount -t nfs roggen.brot.dg:/pubblica /roggen
[Invio]
Innesta il file system di rete offerto dall'elaboratore roggen.brot.dg
, corrispondente alla sua directory /pubblica/
(e discendenti), nella directory locale /roggen/
.
Il programma umount (2) esegue l'operazione inversa di mount: stacca i file system. L'operazione può avvenire solo quando non ci sono più attività in corso su quei file system, altrimenti l'operazione fallisce.
umount [opzioni] [dispositivo] [directory] |
L'opzione -a ha un significato simile a quella di mount, ma serve a eseguire il distacco di tutti i file system che in un certo momento risultano innestati. Per sapere quali sono gli innesti in corso, si avvale del contenuto del file /etc/mtab
, che dovrebbe risultare aggiornato in tal senso.
Segue la descrizione di alcuni esempi.
#
umount /dev/hda2
[Invio]
Stacca il file system innestato precedentemente, riferito al dispositivo /dev/hda2
.
#
umount /mnt
[Invio]
Stacca il file system innestato precedentemente nella directory /mnt
.
#
umount -a
[Invio]
Stacca tutti i file system che trova annotati nel file /etc/mtab
, escluso il file system proc.
Il programma umount non stacca i file system che sono utilizzati in qualche modo, di conseguenza è improbabile che il comando umount -a possa eseguire il distacco del file system principale. Nella fase di arresto del sistema, questo viene reinnestato in sola lettura prima dell'arresto totale. |
Il file /etc/fstab
viene utilizzato per definire le caratteristiche e le directory di inserimento (punti di innesto) dei vari file system, usati di frequente nel sistema. Si tratta di un file che viene solo letto dai programmi e il suo aggiornamento viene fatto in modo manuale dall'amministratore del sistema.
Il file è organizzato in record (corrispondenti alle righe) divisi in campi separati da uno o più spazi (inclusi i caratteri di tabulazione). Le righe che iniziano con il simbolo #, le righe vuote e quelle bianche sono ignorate e trattate eventualmente come commenti.
Il primo campo definisce il tipo di dispositivo o il file system remoto da innestare.
Il secondo campo definisce la directory che funge da punto di innesto per il file system.
Il terzo campo definisce il tipo di file system e ne viene indicato il nome in base alla tabella 114.2.
Se in questo campo viene indicato il termine ignore, si intende fare riferimento a una partizione presente, ma inutilizzata, per la quale non si vuole effettuare alcun innesto. Di fatto, i record che contengono questa indicazione vengono ignorati.
Il quarto campo descrive le opzioni speciali per il tipo di innesto che si intende eseguire. Si tratta delle stesse opzioni speciali descritte nella pagina di manuale mount(8) e anche nella sezione 114.1.4 in occasione della spiegazione dell'uso dell'opzione -o (a esclusione dell'opzione remount).
Il quinto campo viene utilizzato per determinare quali file system possono essere utilizzati per lo scarico dei dati (dump).(3)
Il sesto campo viene utilizzato dal programma fsck per determinare l'ordine in cui il controllo dell'integrità dei file system deve essere effettuato nel momento dell'avvio del sistema.
Il file system principale dovrebbe avere il numero uno in questo campo, mentre gli altri, il numero due (o anche valori superiori). Se questo campo contiene il valore zero, significa che il file system in questione non deve essere controllato.
Nell'esempio seguente, tutte le unità che non sono unite stabilmente al corpo fisico dell'elaboratore, hanno l'opzione noauto che impedisce l'innesto automatico all'avvio del sistema. Queste possono essere attivate solo manualmente, attraverso mount, con il vantaggio di potere indicare semplicemente la directory di inserimento (il punto di innesto) o il nome del file di dispositivo.
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La partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hda3
viene utilizzata come file system principale, che per questo è il primo a essere attivato. L'ultimo campo (check) riporta il valore uno, perché si vuole fare in modo che questo file system venga controllato per primo al momento dell'avvio del sistema.
La partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hdb1
viene utilizzata come file system per contenere le directory personali degli utenti. L'ultimo campo riporta il valore due, perché si vuole fare in modo che questo file system venga controllato per secondo al momento dell'avvio del sistema, dopo il controllo del file system principale.
Il file system virtuale proc viene innestato correttamente nella directory /proc/
. Nel campo del nome, la sigla proc non significa nulla, ma è preferibile al consueto none che si usa spesso in questo caso.
La partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hda1
contiene un file system Dos-FAT con la gestione dei nomi lunghi. In particolare, viene permesso a ogni utente di accedere ai suoi file in tutti i modi possibili.
Il file di dispositivo /dev/sda
rappresenta un cosiddetto superfloppy, cioè un disco rimovibile che non viene suddiviso in partizioni, esattamente come si fa con i dischetti. Trattandosi di un disco rimovibile viene concesso a tutti gli utenti di eseguire l'innesto e questo non viene effettuato automaticamente al momento dell'avvio del sistema.
La partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/sda1
rappresenta la stessa unità a dischi rimovibili, ma in questo caso viene vista come la prima partizione di uno di questi dischi. Anche qui viene concesso agli utenti comuni di innestare e staccare la partizione.
Il file /dev/cdrom
rappresenta il lettore di CD-ROM (si tratta normalmente di un collegamento simbolico al file di dispositivo appropriato). In particolare, viene specificato che l'accesso può avvenire in sola lettura.
L'elaboratore roggen.brot.dg
condivide tutto il proprio file system (a partire dalla directory radice) attraverso il protocollo NFS. Viene consentito l'accesso in sola lettura.
L'unità a dischetti, corrispondente al file di dispositivo /dev/fd0
, può essere utilizzata da tutti gli utenti e si prevede di accedere sempre solo al formato Dos-FAT con l'estensione per i nomi lunghi.
Il file /etc/mtab
ha la stessa struttura di /etc/fstab
, ma viene gestito automaticamente da mount e umount, con lo scopo di rappresentare i file system innestati nella struttura generale. Non deve essere modificato e dovrebbe essere creato automaticamente all'avvio del sistema.
In un sistema GNU/Linux, il file virtuale /proc/mounts
riproduce sostanzialmente le stesse informazioni che possono apparire all'interno di /etc/mtab
. Per questa ragione, quando la directory /etc/
deve funzionare in sola lettura, si utilizza spesso, al posto del file /etc/mtab
, un collegamento simbolico a /proc/mounts
. Tuttavia, in condizioni normali questo non si fa, perché non tutti i programmi che hanno bisogno di accedere a /etc/mtab
si trovano a proprio agio con tale raggiro.
Il programma df, (4) ovvero Disk free, permette di conoscere lo spazio a disposizione di una o di tutte le partizioni che risultano innestate. Se non vengono indicati i nomi dei file di dispositivo, si ottiene l'elenco completo di tutti quelli che sono attivi, altrimenti l'elenco si riduce ai nomi specificati.
df [opzioni] [dispositivo...] |
L'unità di misura con cui si esprime questo spazio è in blocchi la cui dimensione cambia a seconda delle opzioni utilizzate oppure dalla presenza di una variabile di ambiente: POSIXLY_CORRECT. La presenza di questa fa sì che, se non viene usata l'opzione -k, i blocchi siano di 512 byte come prevede lo standard POSIX. Diversamente, il valore predefinito dei blocchi è di 1 024 byte.
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Il programma di, (5) ovvero Disk information, permette di ottenere informazioni simili a quelle di df, con la possibilità di specificare con più libertà il formato con cui queste devono essere visualizzate:
di [opzioni] [file...] |
Per individuare i dischi e le partizioni, è sufficiente indicare dei file che si trovano al loro interno, altrimenti si ottiene lo stato di tutti i dischi e le partizioni che costituiscono l'albero attuale del file system.
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Tra le opzioni disponibili è possibile anche usare -f che consente di specificare un formato libero di visualizzazione delle informazioni. Questa e altre opzioni non vengono mostrate; per approfondire l'uso di questo programma si può consultare la pagina di manuale di(1). Vengono mostrati alcuni esempi.
$
di
[Invio]
Filesystem Mount Megs Used Avail %used fs Type /dev/hda1 / 8130,1 4728,8 2988,3 63% auto tmpfs /dev/shm 219,4 0,0 219,4 0% tmpfs 172.21.254.254:/home /home 113337,9 47517,2 60063,4 47% nfs |
Mostra le informazioni sulle diverse porzioni che compongono l'insieme del file system complessivo, ignorando eventualmente ciò che non contiene alcunché.
$
di -a
[Invio]
Filesystem Mount Megs Used Avail %used fs Type /dev/hda1 / 8130,1 4728,8 2988,3 63% auto tmpfs /dev/shm 219,4 0,0 219,4 0% tmpfs 172.21.254.254:/home /home 113337,9 47517,2 60063,4 47% nfs proc /proc 0,0 0,0 0,0 0% proc usbfs /proc/bus/usb 0,0 0,0 0,0 0% usbfs sysfs /sys 0,0 0,0 0,0 0% sysfs |
Mostra le informazioni sulle diverse porzioni che compongono l'insieme del file system complessivo, includendo anche che non contiene alcunché (il file system /proc/
e altri simili sono virtuali e servono mostrare informazioni provenienti dal kernel).
$
di -dg
[Invio]
Filesystem Mount Gigs Used Avail %used fs Type /dev/hda1 / 7,9 4,6 2,9 63% auto tmpfs /dev/shm 0,2 0,0 0,2 0% tmpfs 172.21.254.254:/home /home 110,7 46,4 58,6 47% nfs |
Mostra le informazioni numeriche in gibibyte.
$
di -dg mio_file
[Invio]
Filesystem Mount Gigs Used Avail %used fs Type 172.21.254.254:/home /home 110,7 46,4 58,6 47% nfs |
Mostra le informazioni riferite al disco contenente il file mio_file
, che in questo caso risulta essere collocato presso un elaboratore remoto.
Il programma stat (6) permette di conoscere alcune informazioni generali su di un file, su di una directory, o sul file system in cui questi si trovano:
stat [opzioni] file... |
Le informazioni che si ottengono possono essere organizzate anche attraverso un modello libero, usando le opzioni appropriate, in modo da facilitare l'acquisizione di queste informazioni da parte di un altro programma.
|
Tra le opzioni che appaiono nella tabella precedente, viene omessa -c, che consentirebbe di configurare il modo in cui si vogliono ottenere le informazioni. Per questo si deve consultare il documento info stat, oppure la pagina di manuale stat(1).
Vengono mostrati alcuni esempi senza commentarli.
$
stat mio_file
[Invio]
File: `mio_file' Size: 33 Blocks: 8 IO Block: 8192 regular file Device: ah/10d Inode: 4112856 Links: 1 Access: (0644/-rw-r--r--) Uid: ( 1001/ daniele) Gid: ( 1001/ daniele) Access: 2004-09-17 09:40:22.000000000 +0200 Modify: 2004-09-17 09:40:50.000000000 +0200 Change: 2004-09-17 09:40:50.000000000 +0200 |
$
stat -t mio_file
[Invio]
mio_file 33 8 81a4 1001 1001 a 4112856 1 0 0 1095406822 1095406850 \ |
$
stat -f mio_file
[Invio]
File: "mio_file" ID: 0 Namelen: 255 Type: nfs Blocks: Total: 4206189 Free: 3662077 Available: 3448412 Size: 8192 Inodes: Total: 4276224 Free: 4113427 |
$
stat -f /
[Invio]
File: "/" ID: 0 Namelen: 255 Type: ext2/ext3 Blocks: Total: 8412378 Free: 7525313 Available: 7097984 Size: 4096 Inodes: Total: 4276224 Free: 4134421 |
La memoria cache dei dischi serve a ridurre l'attività di questi, effettuando le modifiche a intervalli regolari o quando diventa indispensabile per altri motivi. L'esistenza di questo tipo di organizzazione, basato su una «memoria di transito», è il motivo principale per cui si deve arrestare l'attività del sistema prima di spegnere l'elaboratore.
La memoria cache viene gestita automaticamente dal kernel, ma è un demone quello che si occupa di richiedere lo scarico periodico.
Con questo nome, update, (7) viene avviato il demone che si occupa di richiedere periodicamente al kernel lo scarico della memoria cache. Deve essere messo in funzione durante la fase di avvio del sistema, prima di ogni altra attività di scrittura nei dischi.
update [opzioni] |
Per avviare update si usano fondamentalmente due tecniche: l'utilizzo all'interno di uno script di quelli della procedura di inizializzazione del sistema, oppure l'inserimento di un record apposito all'interno di /etc/inittab
.
L'esempio seguente mostra una configurazione della procedura di inizializzazione del sistema con la quale update viene avviato attraverso lo script iniziale. Segue il record del file /etc/inittab
dove si fa riferimento allo script /etc/rc.d/rc.sysinit
:
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Ecco il pezzo significativo di /etc/rc.d/rc.sysinit
:
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L'esempio seguente mostra una configurazione della procedura di inizializzazione del sistema attraverso la quale update viene avviato direttamente attraverso /etc/inittab
.
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Il programma sync(8) permette di scaricare nei dischi i dati contenuti nella memoria cache. Viene usato solitamente dalla procedura di arresto del sistema per garantire che tutti i dati siano registrati correttamente su disco prima dello spegnimento fisico dell'elaboratore.
sync [opzioni] |
Può essere utilizzato in caso di emergenza, quando per qualche ragione non si può attendere il completamento della procedura di arresto del sistema, o per qualunque altro motivo.
Di solito non si usano opzioni.
Appunti di informatica libera 2006.07.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>
1) util-linux: mount GNU GPL
2) util-linux: umount GNU GPL
3) Si tratta di una procedura per ottenere delle copie di sicurezza che comunque non è indispensabile. Per questo si possono usare strumenti normali senza bisogno si utilizzare la configurazione di questo file.
4) GNU core utilities GNU GPL
5) di software libero con licenza speciale
6) GNU core utilities GNU GPL
7) Update daemon for Linux GNU GPL
8) GNU core utilities GNU GPL
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome memoria_di_massa_attivazione_e_utilizzo.htm
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